Viadotto Sente, arriva il verdetto dell’Anas: il ponte è pericoloso e non può essere riaperto

Questa mattina in Provincia è stata illustrata la relazione dei tecnici. Necessario un intervento sull’intera struttura. Servono 40 milioni di euro


di Deborah Di Vincenzo e Pietro Ranieri

ISERNIA/AGNONE. Non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie e per questo il ponte Sente, che collega il Molise all’Abruzzo, non può essere riaperto al traffico veicolare, neppure con il senso unico alternato.

Questo, in sintesi, il verdetto dell’Anas. Questa mattina i tecnici hanno presentato in Provincia lo studio effettuato sulla sicurezza dell’importante viadotto ormai da tre anni.

“Nel 2020 – ha ricordato il presidente dell’ente di via Berta Alfredo Ricci – al momento della sottoscrizione della convenzione abbiamo dato un obiettivo ad Anas: la priorità era quella di verificare la possibilità di riaprire subito il viadotto al transito veicolare, naturalmente se ci fossero state le condizioni di sicurezza. Purtroppo le conclusioni tecniche non sono quelle che speravamo. Si tratta di una struttura complessa che per buona parte potrebbe anche consentire il transito in condizioni di sicurezza, ma c’è una parte del viadotto (quella che ha maggiore altezza) che non consente alcun tipo di transito e nessun tipo di intervento tampone”.

Per i tecnici, in sostanza, il ponte potrà dunque essere riaperto solo quando verrà realizzato l’intervento sull’intera struttura. Dunque ora la sfida è cercare di reperire il finanziamento necessario, che a conti fatti, ammonta a circa 40 milioni di euro.

“Sappiamo – ha aggiunto Ricci – che il finanziamento di 2 milioni, concesso all’epoca alla Provincia e devoluto ad Anas per poter effettuare le analisi, gli accertamenti e la progettazione non è chiaramente sufficiente per eseguire i lavori necessari. La scommessa vera è dunque quella di reperire il finanziamento. A nostro avviso è anche necessario, lo ribadiamo, far passare quell’arteria viaria ad Anas. In questi anni abbiamo fatto tutto ciò che era necessario per tale passaggio e ora la questione è in mano al Governo. Questa scelta non è dettata dalla volontà di toglierci un problema dalle spalle, ma perché è intuibile che per Anas è più semplice reperire le risorse rispetto a una Provincia. Una scelta che è dunque dettata dalla necessità di poter realizzare l’intervento in tempi più celeri”.

La Provincia ha anche dato ad Anas un’altra indicazione, quella della suddivisione in lotti. “In questo modo – ha spiegato Ricci – sarebbe possibile prevedere un lotto che riguardi solo la parte più ammalorata e senza ‘alternative’, così da prevedere un finanziamento anche minore. Poi magari si potrebbe, sempre attraverso il monitoraggio, arrivare a una riapertura. Chiaramente – ha detto infine il presidente della Provincia – sono valutazioni tecniche che noi sollecitiamo. Non dimentichiamo che il viadotto è stato chiuso nel 2018 non per scelte politiche, ma per questioni tecniche legate alla sicurezza. Oggi sono state fatte valutazioni tecniche dalle quali è emerso che non ci sono le condizioni di sicurezza necessarie”.