Merkaj tra forma fisica e ottimismo: “Segnerò di più… sognando i playoff”

L’attaccante albanese ha altri due anni di contratto con il Campobasso. Si sta allenando a Torino dove vive la sua famiglia: “Puntare al decimo posto non sarebbe male, l’obiettivo è migliorarsi. Presto tornerò nella mia terra e visiterò i paesi arbereshe del Molise”.


di Maurizio Cavaliere

Il problema del contratto in scadenza lui non ce l’ha. E’ legato ai lupi fino al 30 giugno 2024, come Fabriani. Per Olger Merkaj 24enne giocatore offensivo del Campobasso, è un periodo di riposo. E’ a Torino, a casa con la famiglia. In Piemonte i suoi si trasferirono (da Valona) quando lui aveva 8 anni. Ora le giornate con amici e fidanzata (Sara) e tra poche settimana la partenza per le vacanze, nella sua Albania. “Andremo nella zona di Saranda dove ci sono spiagge bellissime”.

Due mesi di stop sono tanti per un calciatore. Olger si tiene in forma: quattro o cinque volte alla settimana corre e va in palestra. Si farà trovare in buone condizioni alla ripresa degli allenamenti, presumibilmente a metà luglio. Ci saranno un uovo tecnico da abbracciare (sempre più vicino Prosperi) e una tifoseria da conquistare con ancora maggiore determinazione rispetto alla sua (mezza) annata in rossoblù con diverse luci e qualche ombra.

Arrivato a gennaio dal Foggia, nell’operazione che ha portato Vitali ai satanelli di Zeman, si era subito inserito bene nel gruppo e negli schemi di Cudini. Talmente bene che ha giocato titolare fisso fino al leggero infortunio accusato nella gara col Palermo (elongazione dell’adduttore): “Per fortuna, mi sono fermato in tempo” spiega il ragazzo albanese che alcuni anni fa, in un derby del campionato Primavera tra la sua Sampdoria e il Genoa subì la rottura del crociato. Una iattura per un giovane su cui erano poste le speranze non solo del club blucerchiato ma anche quelle della selezione albanese (Merkaj ha sperimentato la gioia dell’Under 21).

Quest’anno meno gol del previsto, uno solo con il Campobasso (eccolo nel video in apertura, il 4-0 al Potenza ultimo acuto dei lupi in campionato), ma diversi assist, ben 7 tra Foggia e Molise. “Speravo di segnare di più – ci racconta – quando sono arrivato in rossoblù pensavo a 5/6 marcature. Vuol dire che le ho conservate per la nuova stagione”.

Sinistro naturale, calcia forte, si accentra spesso dalla fascia destra ed è in grado di coprire quasi tutti i ruoli del reparto offensivo compreso quello di punta centrale. Gli è successo a Foggia quando Zeman lo ha schierato titolare al posto di Ferrante e viceversa. Non chiedetegli però di giocare alto a sinistra: “Vero, non lo preferisco. Meglio seconda punta che ruota attorno al centravanti” spiega.

Invero Olger è uno stakanovista del 4-3-3. Nei tre d’attacco gioca da sempre. Per lui, giovanili nella Sampdoria, poi Tuttocuoio in Toscana nel 2016 e tanto Piemonte e Val Camonica tra Casale, Breno, Bra e Chieri. Poi arriva la prima esperienza al Sud. Nel luglio scorso lo chiamano a Foggia in serie C nel nuovo corso (già finito) di Zeman. Nella Capitanata non trova molto spazio e viene inserito come pedina di scambio nel mercato di gennaio. Accetta subito la sfida di Campobasso, il girone C gli piace parecchio: “Giocare al Sud è fantastico. Ci sono squadre e stadi incredibili, c’è tanta storia. Sembra di essere già in serie B. Una certa differenza rispetto al Nord” dice con leggera inflessione piemontese.

D’altronde il rodaggio lo ha fatto. Si è inserito in una squadra plasmata su tre anni di lavoro: “Non è mai facile affrontare un’avventura a campionato in corso. Perciò, quest’anno spero di fare molto di più”.

E’ tenace e ottimista Olger. Quando gli chiediamo quale sia la sua ambizione nel prossimo Campobasso risponde senza esitazioni: “Giocare tanto e bene e magari conquistare i playoff, visto che fino alla decima in classifica, si può fare. Fermo restando che bisogna sempre migliorarsi, la salvezza diretta resta comunque la cosa più importante”.

Sta bene a Campobasso, ma ogni tanto pensa al Paese delle Aquile: “La famiglia è qui in Italia ma in Albania ho i nonni da parte materna, zii e cugini. Spero di tornare anche da loro, quest’anno non è stato possibile perché con i rinvii che ci sono stati poi abbiano cominciato a giocare ogni tre giorni. Senza sosta”. Magari, prima, potrà respirare un po’ di aria di casa nei paesi molisani arbereshe: “So che ci sono e voglio andarci. E’ importante viaggiare e conoscere…”. Potrà raggiungere Ururi o Campomarino con il suo caro amico Sbardella, il giocatore con cui ha legato di più, insieme a Nacci. Intanto si gode la quiete della famiglia torinese, curioso come tutti di sapere se davvero Fabio Prosperi, bravo con i giovani e integralista del 3-4-3, sarà davvero il nuovo allenatore dei lupi.