HomeEVIDENZAIsernia, passa il rendiconto: il Comune torna ad assumere

Isernia, passa il rendiconto: il Comune torna ad assumere

Dopo due anni di stop dettato dal deficit strutturale, l’amministrazione esce dal pantano e si prepara a prendere un dirigente e 10-15 dipendenti. In Consiglio comunale Amendola ‘provoca’ Francesca Scarabeo sulla sanità, ma all’assessora non viene concesso subito il diritto di replica e, per protesta con il presidente del Consiglio Paolino, abbandona l’aula


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Finisce il deficit strutturale al Comune di Isernia, che per due anni ha bloccato le assunzioni e imposto l’obbligo di rispettare alcune percentuali di copertura dei servizi a domanda individuale. Lo ha dichiarato l’assessore al Bilancio Angelo Iannone, durante la relazione di presentazione del rendiconto di gestione 2021, nel corso del Consiglio comunale di ieri sera. Il documento è stato approvato con 19 voti di maggioranza, 3 astenuti (Dall’Olio, Chiacchiari e Lancellotta) e 6 contrari.

Quello discusso rappresenta un documento di transizione tra due amministrazioni, visto che il sindaco Piero Castrataro si è insediato ad ottobre: 10 mesi su 12, dunque, sono da attribuire alla vecchia gestione di centrodestra a guida Giacomo d’Apollonio, che dal 2020 aveva lavorato per uscire dalla condizione di deficit strutturale.

La ‘chiusura del cerchio’ è arrivata a novembre scorso, con una delibera che ha attestato come gli indicatori fissati dalla legge siano stati sforati in numero di 3 su 8, facendo decadere l’ente – dall’esercizio successivo all’approvazione del rendiconto di riferimento, quindi dal 2023 – dalla condizione deficitaria che rappresentava una zavorra in termini operativi.

Ma quali sono i criteri sui quali ancora siamo ‘oltre’ l’asticella fissata dalla legge? Iannone ha fatto chiarezza su questo, spiegando come si tratti della copertura del disavanzo di amministrazione, che non deve superare l’1-2 per cento rispetto alle entrate dei primi tre titoli; il rapporto tra debiti fuori bilancio riconosciuti rispetto agli impegni dei primi due titoli delle spese, che supera l’1 per cento; infine, l’effettiva capacità di riscossione dell’ente, intesa come il rapporto tra riscossioni in conto competenza e conto residui rispetto ai residui all’inizio dell’anno e gli accertamenti effettuati nel corso dell’anno, la cui percentuale è inferiore al 47 per cento.

“Con la nostra delibera del novembre 2021 – ha sottolineato Iannone – abbiamo recuperato un parametro. Con essa si è proceduto a riconoscere e rifinanziare un debito fuori bilancio e, così facendo, sono venute meno una serie di limitazioni in materia di assunzioni, che vanno comunicate in via preventiva alla Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali. Il controllo è esercitato prioritariamente in relazione alla verifica della compatibilità finanziaria. Inoltre, eravamo obbligati alla copertura dei costi del servizio idrico in misura non inferiore all’80 per cento e alla totale copertura del costo di servizio smaltimento rifiuti. Sulla base dei dati risultati dal bilancio, il Comune nel 2021 ha rispettato tali percentuali, anche se dopo ci sarà una verifica successiva in sede di invio del prospetto per la copertura dei costi ai revisori. Questo comporta che non dovrebbe essere applicata, a carico dell’ente, una sanzione dell’1 per cento delle entrate e dei trasferimenti statali”.

“La cassa dal 2020 al 2021 è passata da 19 milioni a oltre 24 milioni – ha continuato Iannone – reintegrata per le quote vincolate. Siamo molto in ritardo per i tempi medi del pagamento, che sono di 83 giorni rispetto ai 30 generalmente previsti o ai 60 stabiliti in alcuni casi specifici. Ciò comporta un obbligo di accantonamento variabile a seconda dei tempi di sforamento, che condiziona l’attività dell’amministrazione finché non riusciremo a migliorare i tempi medi di pagamento dei debiti commerciali. Quanto alla gestione dei conti residui abbiamo fatto un riaccertamento, procedendo a uno stralcio dei residui attivi e passivi, con un saldo positivo di 49mila euro. Il rendiconto si sarebbe chiuso in condizioni normali con un avanzo di 700mila euro, ma gli stessi saranno utilizzati per ridurre il disavanzo di amministrazione derivante dal riaccertamento straordinario del 2015, secondo cui c’era un disavanzo di oltre 9 milioni di euro, ripartito in 30 anni con una quota annuale da 320mila euro. Così facendo – ha rimarcato l’assessore – diminuiamo il periodo trentennale per ammortizzare disavanzo. Il risultato d’amministrazione è positivo e, parimenti, è stato utilizzato accantonandolo per il fondo passività potenziali, il fondo garanzia debiti commerciali e per il fondo crediti di dubbia esigibilità”.

La vera novità tuttavia riguarda il personale, per il quale secondo il legislatore il Comune è “ente virtuoso”, in quanto il rapporto tra l’accertamento delle entrate dell’ultimo triennio rispetto alle spese accertate nello stesso periodo sono al 20 per cento, inferiore dunque al 27 per cento che costituisce il valore soglia. “Si può procedere ad assunzioni di nuovo personale dopo alcuni anni – ha concluso Iannone – Prima dell’approvazione del rendiconto sono arrivati alcuni debiti fuori bilancio che nelle prossime settimane riconosceremo e finanzieremo”.

In particolare, come specificato dal sindaco Castrataro,  si procederà ad assumere 10-15 persone e il dirigente del settore tecnico. “Lo faremo – così il primo cittadino – col bilancio di previsione di prossimo arrivo”.

Sul rendiconto non è mancata qualche schermaglia con l’opposizione di centrodestra, in particolare con Pietro Paolo Di Perna di Fratelli d’Italia e Marco Amendola di Iris.

Di Perna, in particolare, ha rilevato come nella relazione dei revisori sia stato evidenziato che i dati richiesti attestanti la copertura minima di legge per i costi di alcuni servizi, forniti in un primo momento dalla struttura tecnica del Comune, fossero da considerarsi nulli, per poi essere sostituiti da un secondo invio con dati differenti. E la copertura nel primo caso non c’era.

Sarà il sindaco a fine seduta a fare chiarezza, parlando di un problema di interpretazione di alcuni dati sull’idrico e, più ancora, di un difetto di comunicazione da parte della struttura, con le informazioni “che non vengono distribuite correttamente. Il mio compito – ha detto Castrataro – è riportare la politica ad avere il primato che merita, se dobbiamo investire sulla città lo strumento sono i soldi. Manca il controllo di gestione, non sappiamo quanti soldi possiamo spendere quest’anno per i cittadini perché ci sono pochissimi dipendenti. È un tema vecchio di dieci anni. C’è un problema di struttura, che va coinvolta in obiettivi comuni e non divergenti. Voglio migliorare i tempi per fare le cose in questo ente, punto a fare l’assestamento di bilancio entro il 31 luglio. Questo è il mio impegno”.

Quanto ad Amendola, da registrare uno scontro con l’assessore Francesca Scarabeo in merito a un vecchio post social sulla sanità. Chiamata in causa per fatto personale, la Scarabeo chiede il diritto di replica, che non viene accordata dal presidente del Consiglio Nicola Paolino per due volte. All’assessore viene concesso di parlare solo a rendiconto approvato, ma nella concitazione del momento si passa al secondo punto all’ordine del giorno, dimenticandosi della questione. Infuriata, la senologa abbandona l’aula per protesta e si sfoga di nuovo sui social, parlando di articolo 21 della Costituzione negato e di pagina nera per la politica isernina.

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