Infarto, nuove frontiere della ricerca: una visita oculistica per predirne il rischio

Uno studio dell’European Society of Human Genetics ha scoperto che la combinazione delle informazioni sui vasi sanguigni nella retina con i fattori clinici tradizionali consente di identificare meglio la probabilità di un attacco di cuore


Un esame oculistico di routine, non invasivo, sarebbe in grado di predire il rischio di infarto del miocardio. È quanto emerge dall’ultimo studio comunicato dall’European Society of Human Genetics. I ricercatori – riporta TgCom24 – hanno scoperto che la combinazione delle informazioni sui vasi sanguigni nella retina (in particolare i cambiamenti nella vascolarizzazione) con i fattori clinici tradizionali ha consentito di identificare meglio la probabilità di un attacco di cuore nel gruppo di partecipanti rispetto ai modelli consolidati che includevano solo dati demografici.

In particolare, gli scienziati hanno analizzato i complessi modelli di ramificazione del sistema vascolare della retina analizzando i dati inclusi in una biobanca britannica che riguardano cartelle cliniche e stile di vita di 500.000 persone.  Alla fine hanno scoperto che una particolare misura della retina, denominata dimensione frattale, insieme a vari schemi di ramificazione dei vasi sanguigni, può essere correlata al rischio di malattia coronarica e quindi all’infarto del miocardio.

Una rivelazione sorprendente – si legge – che di fatto ha creato un nuovo modello di valutazione che permette di classificare i soggetti umani con il maggior rischio di infarto miocardico meglio rispetto ad altri modelli simili creati in precedenza con una previsione fino a cinque anni prima dell’evento.