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Sanità, sfiducia politica per Toma: approvata la proposta di legge di Iorio, Romagnuolo e Calenda

Un atto, a rischio di incostituzionalità, che rappresenta una sorta di Piano operativo alternativo. Undici i voti favorevoli, con i 7 consiglieri di maggioranza presenti in aula che si sono astenuti. E Pd e M5s parlano di sonora bocciatura per il presidente


di CARMEN SEPEDE

CAMPOBASSO. Sanità, arriva la ‘sfiducia politica’ al governatore e commissario Donato Toma, oggi assente a Palazzo D’Aimmo per impegni istituzionali a Roma.

Il Consiglio regionale ha approvato alle ore 14 e dopo un’intera mattinata di discussione, la proposta di legge redatta dal consigliere di Fratelli d’Italia Michele Iorio, e sottoscritta anche da Aida Romagnuolo e dall’assessore Filomena Calenda, sul potenziamento degli ospedali del Molise e della rete dell’emergenza. Undici i voti favorevoli, quelli dei 6 consiglieri del M5s, dei 2 del Pd e dei 3 firmatari della proposta di legge. I 7 consiglieri di maggioranza presenti in aula si sono invece astenuti.

“Una raccomandata con avviso di sfratto per Toma indirizzata al ministro Gelmini – le parole della dem Micaela Fanelli – visto che tre consiglieri di maggioranza di fatto sfiduciano il presidente”. Oggi non presente in aula in quanto impegnato a Roma.

“Se passa il primo vaglio sarà lo stesso ministro Gelmini a impugnarla davanti alla Corte costituzionale, perché con tutta probabilità incostituzionale – ha evidenziato ancora Fanelli – Quanto avvenuto è il segno di un’impasse enorme nella maggioranza”.

“Una bocciatura sonora per Toma – ha rincarato la dose il capogruppo del M5s Andrea Greco – credo che il presidente debba prendere atto che non ci sono più le condizioni per governare, che non c’è più maggioranza e che bisogna ridare la parola ai cittadini del Molise, perché questa regione di tempo non ne ha. Cosa succederà dopo questo che è avvenuto? Non escludo che Maurizio Tiberio, che ho visto aggirarsi in Consiglio, torni a fare l’assessore vista la posizione presa dalla Calenda. Certo è che la maggioranza ha perso totalmente la bussola e non c’è vento favorevole per marinaio che non sa dove andare”.

Provocazione, quella di Greco, mentre poi si è saputo che oggi Tiberio non era a Palazzo D’Aimmo, ma col governatore Toma a Roma. Stizzita la risposta di Mena Calenda. “Si tratta di una proposta di legge che ho sottoscritto nel 2020, con un impegno che non potevo disdire – le parole dell’assessore – Non accetto di essere messa alla gogna da consiglieri di minoranza o di maggioranza. Lei ha detto che il governatore Toma potrebbe togliermi la delega, credo che lei stia sbagliando, perché Toma toglie la delega a chi non porta avanti gli impegni”.

Atteso l’intervento del primo firmatario Michele Iorio. “Si tratta di un momento importante per il riordino sanitario della Regione – le parole dell’ex governatore – E’ nostro interesse che si esca da una situazione di cattiva gestione della sanità pubblica e si intraprenda la strada per il miglioramento del servizio. Il voto unanime che arriva dal Consiglio regionale, al di là delle astensioni, rappresenta un impulso affinché il commissario possa esprimere un indirizzo importante, per la realizzazione di un Dea secondo livello a Campobasso e due Dea di primo livello a Isernia e Termoli. Perché la legge, che non è incostituzionale, potrebbe essere inapplicabile se dovesse mettersi in contrasto con gli indirizzi del Tavolo tecnico e con il Piano operativo sanitario”.

La posizione della Giunta regionale è stata affidata agli interventi degli assessori Quintino Pallante e Vincenzo Niro. “Non si può votare una legge indiziata di illegittimità o incostituzionalità, ma che sarà impugnata dal Governo, con il quale andava aperta una interlocuzione, anche per mezzo dell’intera delegazione parlamentare – ha affermato Pallante – Questo è un provvedimento che non fa che generare illusioni nel cittadino, non è certo con una norma che possiamo risolvere i problemi della sanità e della carenza di medici negli ospedali e nelle postazioni del 118”.

Della questione formale, la possibile incostituzionalità, ha parlato anche Vincenzo Niro, motivando la sua astensione. “Si vanno a svilire le competenze di un’assemblea legislativa che legifera per farsi impugnare le leggi – ha affermato l’assessore – è stato poi discusso un atto quando mancava Donato Toma quale commissario ad acta e titolare della delega alla Sanità. Quindi per consuetudine mi sarei aspettato quantomeno un rinvio. Questo è chiaramente un allenamento di partenza della campagna elettorale – ha concluso Niro – Un tentativo di continuare a screditare la maggioranza e un atto meschino, quando qualcuno va ad incitare alla chiusura anticipata dell’attività legislativa”.

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