Sanità battaglia primaria per Iorio da candidato o da governatore: col centrodestra, ma apertura ai civici

L’annuncio del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, nella conferenza stampa in cui ha spiegato i contenuti della proposta di legge, approvata ieri, che prevede il potenziamento degli ospedali del Molise. E ha annunciato la possibilità di promuovere un Referendum. Durissimo l’attacco a Toma


CAMPOBASSO. Sanità madre di tutte le battaglie. “Da candidato presidente o ancora meglio da governatore”.

Con queste parole, pronunciate nella conferenza stampa in cui ha illustrato la proposta di legge di sua iniziativa, approvata dal Consiglio regionale con i voti dell’opposizione e l’astensione della maggioranza, che prevede il potenziamento degli ospedali del Molise, “il disegno del Piano sanitario del centrodestra da me guidato”, Michele Iorio ha aperto di fatto la campagna elettorale per le Regionali del 2023. Nelle quali punterà a essere ricandidato alla guida del Molise.

“Lo farò rinvigorito dalla rabbia e dalla voglia che ho di ricostruire questa regione – il suo annuncio – il mio impegno è perché il Molise riacquisti la capacità di decidere in materia sanitaria, se necessario promuovendo anche un referendum”.

Candidato con il centrodestra, “a cui appartengo da sempre”, ma guardando con molta attenzione all’area civica. “Per me è apertura totale verso l’ala civica, che potrebbe essere la novità di questa tornata elettorale – le parole di Iorio – Se i partiti portano a votare meno del 50% degli elettori noi dobbiamo pensare che c’è un altro 50% che non è rappresentato. Bisognerebbe puntare a coinvolgere persone che non ritengono di seguire le linee dettate dai partiti, ma di poter condividere un programma specifico. Del resto posso rivendicare il primato di aver fondato Molise Civile e Progetto Molise, liste che raccoglievano anche giovani e che hanno avuto una funzione durante la mia gestione”.

Una presa di posizione politica, così come è politica la proposta di legge che porta il suo nome e che è stata firmata anche da Aida Romagnuolo e dall’assessore Filomena Calenda, “con la quale il centrodestra ha detto con chiarezza quello che vuole fare”, che prevede la realizzazione di un Dea di secondo livello (ospedale di alta specializzazione) a Campobasso e due ospedali di primo livello a Isernia e Termoli. Con un presidio sanitario di zona disagiata ad Agnone e un nuovo ruolo per gli ospedali di Venafro e Larino.

Quindi le contestazioni alle restrizioni imposte dal Tavolo tecnico per il piano di rientro dal deficit sanitario e alla figura del commissario ad acta. “I molisani – la bordata di Iorio – hanno eletto Toma non per fare il commissario, ma per fare il governatore e non so se lo faranno di nuovo”.

Proprio come commissario ad acta Toma potrebbe non applicare la legge proposta da Iorio approvata dal Consiglio regionale, se ritenuta in contrasto con le indicazioni del Tavolo tecnico e del Piano operativo sanitario. Dovrebbe farlo con un’impugnativa e un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri. E qui la bordata. “La doppia personalità fa parte della patologia neurologica. Non credendo a questa patologia se il commissario-presidente non è d’accordo deve dimettersi, o da commissario e in questo senso lo capiremmo e lo sosterremmo, o da presidente, se ritiene di obbedire agli ordini del Tavolo tecnico”.

Iorio invece afferma di non credere al vizio di incostituzionalità della norma, ipotizzato nel dibattito in aula, che comporterebbe l’impugnativa da parte del Governo alla Corte Costituzionale.

“La Costituzione è chiara – ha puntualizzato – e affida alla Regione il potere legislativo di organizzare la sanità. Cosa che è stata impedita perché da 15 anni il Governo ha sempre nominato il commissario per uscire dal Piano di rientro. Commissario ad acta nominato per fare gli atti che non ci sono, mentre la sanità molisana è ridotta sempre più ai minimi termini. I reparti chiudono – ha concluso Iorio – la rete dell’emergenza non è garantita, i medici non rispondono ai concorsi o se vengono assunti scappano, come è successo per alcuni anestesisti, perché evidentemente non c’è appeal da parte dell’Azienda sanitaria”.

Carmen Sepede

Carmen

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