Accoglienza e integrazione, Venafro celebra Giornata del Rifugiato

Lunedì 20 il Sai locale ha organizzato una iniziativa di bilancio e prospettive per il Sistema. Tante storie diverse hanno contribuito ad aprire menti e visioni.


Il Sai di Venafro, lunedì 20 giugno, ha ricordato la Giornata Mondiale del Rifugiato. Lo ha fatto con un evento organizzato nella sala convegni della Palazzina Liberty alla presenza di tutti gli ospiti del progetto Sai Venafro, del sindaco Alfredo Ricci, del vicequestore di Isernia Nicola D’Aniello, del Comandante della Polizia Municipale di Venafro Giampietri, del Presidente del Consorzio di Libere Imprese Antonella Iasenza, del nuovo Rup al Comune di Venafro Arianna Vallone, del Cesvip, della Croce Rossa Italiana e delle numerose associazioni di volontariato che gravitano sul territorio e con il quale il Sai mette in campo numerosi progetti.

L’evento è stato presentato da Rossella D’Orsi, Supervisore di tutti i progetti Sai del Consorzio di Libero Imprese, tra i quali quello di Venafro.

La D’Orsi, insieme con Jessica Ferrara e Cassandra Picciano, rispettivamente responsabile e coordinatore del Sai Venafro, hanno spiegato il senso che questa giornata ha per i migranti e per tutti coloro che si occupano dell’accoglienza e dell’integrazione all’interno dei centri di accoglienza.

La Giornata Mondiale del Rifugiato vuole ricordare l’approvazione, il 20 giugno del 1951, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, della Convenzione di Ginevra che, di fatto, dà avvio al riconoscimento dei diritti di ogni rifugiato. Ogni persona che fugge dal proprio paese, ha diritto ad essere accolto e protetto e a ricostruire altrove la propria vita.

L’intervento del Sindaco Alfredo Ricci è stato improntato su come i ragazzi del Sai Venafro si sono integrati nella città che li ospita e questo, ha specificato il sindaco, anche grazie all’equipe che si occupa di queste persone venute dal mare in un paese sconosciuto che parla una lingua a loro ignota, con abitudini, usi e costumi totalmente diversi.

Anche il vicequestore Nicola D’Aniello, nonché responsabile dell’ufficio immigrazione, è intervenuto soprattutto per portare la sua testimonianza in merito a come la questura svolge il proprio lavoro in materia di immigrazione, dando la sua più ampia disponibilità ai centri di accoglienza per risolvere le numerose questioni attinenti il disbrigo delle pratiche burocratiche che, in alcuni casi, sono particolarmente complesse.

Durante l’evento è stato letto anche il discorso inviato dall’assessore al sociale del Comune di Venafro, Angelamaria Tommasone, assente per impegni istituzionali. La Tommasone ha posto l’accento sul grande impegno che i migranti del Sai di Venafro mettono nell’integrarsi sul territorio di Venafro e di come la città risponde: tendendo la mano.

Nel corso dell’evento è stato proiettato il video “Il Coraggio di Partire”, realizzato dal Sai Venafro con la regia di Gino Matrunola del CTA Musical, e che affronta il tema del viaggio dei migranti verso il nostro paese, viaggio che spesso non giunge al termine e che termina tra le onde del mare. Quel mare che di vittime ne ha inghiottite tante.

Per tutti i migranti ha parlato Bizie, una donna proveniente dalla Costa d’Avorio, che ha aperto il suo cuore ai presenti e raccontato la sua storia. Il suo viaggio per arrivare in Italia, le sue paure, le tante sofferenze fisiche e psicologiche e la sua rinascita a Venafro. Città dove vorrebbe continuare a vivere dopo la fine del periodo di accoglienza.

In sala presente anche due ex beneficiari del Sai Venafro, Hussein e Sheriff, il primo ha trovato lavoro e vive a Pozzilli, il secondo lavora e studia in un Istituto Alberghiero per poter svolgere un giorno il lavoro dei suoi sogni.

L’evento ha anche ospitato nella location della Palazzina liberty di Venafro la mostra “la speranza di un mondo migliore” i cui protagonisti sono i ragazzi e le ragazze che, nel corso degli anni, si sono succeduti nel progetto Sai di Venafro e che, a distanza di tempo dalla loro uscita dal progetto, hanno voluto esserci con un loro pensiero in segno di ringraziamento per quanto ricevuto.

In conclusione sono state ricordate due persone, prematuramente scomparse, che al Sai Venafro hanno dato tanto, due amici del centro di accoglienza di Venafro. Si tratta di Giuseppe Santoro, Rup del Comune di Venafro, prematuramente scomparso pochissimo tempo fa. “Aveva nel cuore i ragazzi del Sai”, racconta il supervisore D’Orsi “e oltre ad occuparsene per il Comune di Venafro, era sempre presente personalmente e a disposizione per ogni evenienza”.

L’altra persona vicina ai ragazzi del Sai era Francesco Giampietri, amico di tutti i ragazzi del Sai e sempre pronto a tendere loro una mano. “Francesco era un giovane professore e un grande poeta scomparso nel 2020 in giovane età”, racconta la D’Orsi, “amava i nostri ragazzi e amava fare del bene. Il suo amore e il suo altruismo hanno insegnato tanto a noi tutti”.

Ai familiari di Giuseppe e Francesco sono state consegnate delle targhe da parte del Sai Venafro in segno di riconoscenza per quanto fatto.

Alla fine dell’evento a tutti i partecipanti è stata donata una piantina, confezionata dai beneficiari del Sai Venafro.

“Un dono di cui bisogna prendersi cura affinché non muoia, proprio come la vita delle persone. Proprio come il Sai di Venafro si prende cura dei suoi migranti, proprio come ogni persona dovrebbe fare il prossimo”.