Gli esiti del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. In crescita il tasso di occupazione in area medica e nelle terapie intensive
ROMA. Incidenza dei nuovi casi di Coronavirus in crescita del 62% in una settimana. E nessuna regione a rischio basso. È quanto emerge, nella sostanza, dal monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute sulla pandemia in Italia.
Nella bozza del report – si legge su Open – dodici regioni/PA sono classificate a rischio moderato (tra cui il Molise), mentre 9 regioni/PA sono classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza; 2 di queste sono ad alta probabilità di progressione.
L’incidenza sale a oltre 500 per 100 mila abitanti in 8 regioni, con un balzo del 62 per cento in una settimana: Abruzzo (533,1), Emilia Romagna (512,0), Friuli Venezia Giulia (552,4), Lazio (672,7), Sardegna (680,7), Sicilia (563,2), Umbria (560,9) e Veneto (623,0). La Sardegna è la regione con il valore più alto. Questa settimana Sicilia e Umbria hanno superato la soglia di allerta fissata al 15 per cento per l’occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da Covid, con valori rispettivamente al 17,6 e al 17,7 cento.
L’Iss comunica altresì che la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile. In aumento invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (45% contro 44%). In aumento anche il tasso di occupazione negli ospedali italiani sia nelle terapie intensive e sia nelle aree mediche: “Il tasso di occupazione in terapia intensiva – si legge – sale al 2,2% contro l’1,9% di una settimana fa. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 7,9% contro il 6,7% di sette giorni fa. Nel periodo l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,07 (range 0,76-1,48), in aumento rispetto alla settimana precedente, quando era pari a 0,83 ed oltre la soglia epidemica”.
