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Superbonus verso lo stop: governo non disposto a finanziare nuove proroghe

Vi sarebbe invece la disponibilità a verificare la possibilità di allargare le maglie del meccanismo delle cessioni. Si lavora ad un emendamento


ROMA. Superbonus 110% verso lo stop. Il governo sarebbe intenzionato a non prorogare le misure dell’incentivo. Secondo quanto è emerso il 28 giugno, nel corso della riunione tra la maggioranza e l’esecutivo alla Camera (le criticità di copertura delle misure sono state illustrate dal capo di gabinetto del Mef, Giuseppe Chiné), vi sarebbe invece – riferisce il Corriere della Sera – la disponibilità a verificare la possibilità di allargare le maglie del meccanismo delle cessioni, ampliandolo ad altri soggetti oltre alle banche, con la sola esclusione delle persone fisiche.

La situazione Superbonus era già apparsa critica, con i dati Enea che avevano rivelato come a maggio scorso i 33,3 miliardi stanziati dal governo, e che dovevano bastare fino al 2036, erano già esauriti, a fronte di richieste che hanno toccato quota 33,7 miliardi. Adesso lo stop. Ma il caos è legato anche al problema del caro materiali, dei ritardi nei lavori e, soprattutto, dalla paralisi del sistema della cessione dei crediti d’imposta da parte delle banche.

Per quest’ultimo punto, però, – evidenzia sempre il Corsera – arriva dunque ora l’apertura del governo: obiettivo sbloccare il meccanismo e allargare le maglie dei soggetti, diversi dalle banche, ai quali poter cedere il credito fiscale e aiutare così migliaia di famiglie e imprese.

Si lavora pertanto ad un emendamento ad hoc.

Tuttavia, – scrive TgCom – chi lavora nel settore guarda proprio al nodo cessioni con crescente preoccupazione. La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa chiede e ottiene un incontro con il ministro dell’Economia Daniele Franco. “Decine di migliaia di imprese della filiera delle costruzioni che non riescono a cedere i crediti d’imposta legati ai bonus per la riqualificazione degli immobili a causa del congelamento del mercato”: è l’allarme lanciato ancora una volta e che è stato “ascoltato con attenzione” dal governo.

Ed ecco che Pd e il M5s vogliono un confronto con le categorie: la presidente della commissione Attività produttive Martina Nardi ha chiesto l’apertura di un tavolo ad hoc mentre il vicepresidente del Movimento 5 stelle alla Camera, Luca Sut, annuncia di essere pronto a valutare insieme “alle imprese edili e al settore bancario” il testo dell’emendamento, non appena arrivi in Parlamento.

Il tempo stringe: entro questa settimana dovrebbero chiudersi i lavori delle commissioni Bilancio e finanze sul dl aiuti che, oltre al Superbonus, potrebbe accogliere anche una modifica sui debiti fiscali: una proposta a firma di Luigi Marattin chiede di far salire da 60mila a 120mila euro il limite delle cartelle per cui sia possibile chiedere il pagamento in dieci anni, 72 rate, senza che il contribuente debba “documentare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà”.

Alessandra

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