HomeNotizieSPORTLupi nel buio, crederci fino all’ultimo: non ci sono alternative

Lupi nel buio, crederci fino all’ultimo: non ci sono alternative

La nuova bocciatura della società rossoblù crea nuova tensione e delusione, il club mostra ancora ottimismo. Lunedì scade il termine per impugnare la decisione di oggi. Tutte le speranze sono riposte nel Collegio di Garanzia del Coni: ci vorranno integrazioni ‘pesanti’ e concrete per ribaltare il verdetto.


di Maurizio Cavaliere

CAMPOBASSO. Le previsioni della vigilia sono state rispettate: il Consiglio Federale della Figc ‘ha preso atto della relazione della Covisoc’ e rigettato il ricorso di Campobasso (e Teramo) rispetto alla decisione di venerdì scorso che escludeva le due squadre dalla partecipazione alla prossima serie C. Detta così pare più una ratifica che una sentenza al termine di un processo. In effetti il dibattimento non c’è in questa sede: c’è invece la triste realtà che, a meno di una nuova impugnazione (il termine scade lunedì 11 luglio) al Collegio di garanzia del Coni e a una pronuncia favorevole dello stesso organismo, il Campobasso non giocherà in Lega pro nella stagione al via il 21 agosto con la Coppa Italia.

La batosta numero due era dunque nell’aria ma fa male lo stesso perché riscopre la ferita, anzi la crepa che si è aperta tra parte della tifoseria rossoblù e la società.

Il Campobasso lotterà fino all’ultimo per ottenere quello che (una sudata e meritata salvezza sul campo) gli spetta.

L’errore evidentemente c’è e sarà il Coni a stabilire se si tratta di un errore rilevante o meno ai fini di una partecipazione alla serie C. Fa male nel frattempo anche leggere ovunque che il Campobasso è fuori e non è più incluso nel girone C, in attesa che vengano determinate le squadre rispescate. Purtroppo al momento non c’è da sorridere. Realtà dura come duri saranno i giorni che proietteranno la città, la società e i tifosi all’attesa decisione dell’organismo di garanzia del Coni, sorta di Cassazione della giustizia sportiva, organo certamente diverso e più ad ampia visuale rispetto al Consiglio federale della Figc e questo potrebbe essere un bene. Ma non è il caso di farsi grosse illusioni perché ci vorranno motivazioni e integrazioni decisive (tutti sperano che il Campobasso ne abbia) per fare in modo che l’ultimo grado della giustizia sportiva cambi la decisione di organi importanti come la Commissione di Vigilanza sulle Società di calcio professionistiche e il Consiglio Federale.

Il club di Corso Vittorio Emanuele II ha reagito con un comunicato asettico, che annuncia il nuovo ricorso, all’esito della decisione di oggi. Probabilmente attenderà le motivazioni, che dovrebbero essere rese note in un comunicato diramato in serata dalla Figc, prima di chiarire la propria posizione e la linea difensiva. Ci si gioca il tutto per tutto. Fino alla fine, parafrasando lo slogan caro ai tifosi della Juve.

Divergenti e intrisi d’amarezza i commenti dei tifosi. A parte le reazioni esasperate di chi offende sul personale, cose ampiamente condannabili e ingiustificate, ci sono quelli che ci credono ancora, e non sono pochi, e quelli che mostrano delusione mista a rassegnazione. Poi c’è chi critica correttamente, senza trascendere ed è normale vista la doppia bocciatura.

Ma, pensandoci bene, e prendendo per la prima volta posizione rispetto all’argomento, a che serve inveire e criticare esageratamente oggi? C’è un errore, piuttosto evidente che è stato commesso (pensare di poter pagare un debito in modo anomalo, anche se ci sarebbe l’ok dell’Agenzia delle Entrate), ma c’è pure un bene primario da difendere. Se il Campobasso dovesse perdere questa battaglia i giocatori si svincolerebbero automaticamente e la società perderebbe tutto il suo potenziale. Parlare di serie D o Eccellenza, fallimento o cataclisma non porta punti in una partita che è ancora aperta.

Quale sarebbe poi l’alternativa a questo Campobasso? No, non ci sarebbe alternativa. L’ipotesi di vedere il titolo ceduto al sindaco mette i brividi solo a pensarci. Il passato riaffiora tenebroso.

Dunque l’appello di tanti è all’unità e al sostegno del club in questa fase decisiva e complicatissima.

Qualcuno ieri e oggi ha resuscitato il fantasma di Matt Rizzetta che ora è ad Ascoli, sponsor della società marchigiana, come se fosse una partita a livello personale tra l’americano e Gesué. Io sto con l’americano, no, io sto con Gesué. In realtà sia l’uno che l’altro hanno i loro motivi e ambizioni personali per fare calcio e in ogni caso passano entrambi: quello che conta e resta è la squadra di calcio, il godibile passatempo domenicale che avevamo ritrovato, e una categoria professionistica riconquistata con merito. Gesuè si sta giocando tanto, la credibilità innanzitutto, ma in fondo è tutta la città che si gioca qualcosa. Sperarci fino all’ultimo costa zero. Questa è la città (anche quelli che oggi… bestemmiano) che ha creduto a bocca aspetta a un faccendiere pericoloso come Johnny Di Stefano, non dimentichiamolo. Il conto (forse anche salatissimo) sarà consegnato dal Coni entro il 20 luglio. Il Dio del calcio e lo Studio Legale DcF Di Cintio salvino il Lupo ferito.

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