Striscioni e messaggi ‘pesanti’ stamattina da parte di sindacati e lavoratori del sit-in di protesta contro l’azienda di trasporti. L’assessore Pallante: “Abbiamo affidato la questione all’Avvocatura, pronti a scrivere lettere di revoca del servizio in caso di inadempienze contrattuali”.
Hanno incontrato l’assessore al comparto per esporre ad alta voce le loro ragioni. Chiedono la definitiva revoca della concessione del servizio pubblico molisano alla loro azienda sommersa da critiche e polemiche: l’Atm. Come recitava anche lo striscione esposto, l’unico modo per risolvere la questione secondo i lavoratori dell’azienda è la revoca della concessione. “Autobus tutti marci” era inoltre scritto sul muretto che perimetra palazzo d’Aimmo. Parole pesanti che denotano una rottura insanabile tra i lavoratori e l’azienda.
“La solidarietà della politica non ci basta più” hanno detto i rappresentati sindacali che hanno evidenziato i soliti gravi problemi: la mancanza di sicurezza sul lavoro, i continui ritardi e ricorsi a decreti ingiuntivi per il percepimento dello stipendio.
Da parte sua l’assessore Pallante ha innanzitutto evidenziato le decisione da lui adottate nel biennio alla guida del settore: innanzitutto l’acquisto di nuovi pullman intestati alla Regione che poi provvederà a distribuire ai vari concessionari, l’acquisto di software e dispositivi di controllo telematici.
Nel concreto l’assessore ha poi espresso la sua fermissima volontà di far bandire la gara per il lotto unico del trasporto pubblico prima della fine della legislatura, prendendo un impegno anche nei confronti degli intervenuti.
Pallante ha dato mandato alle strutture regionali di richiedere e controllare la documentazione che ogni concessionario deve per obblighi di contratto fornire all’Ente. Qualora il concessionario non dovesse ottemperare alla richiesta, le strutture procederanno entro dieci giorni a far partire delle lettere ufficiali di revoca del servizio.
Continua insomma il braccio di ferro tra sindacati e Atm con la Regione che vuole risolvere quanto prima una questione che si protrae tristemente e pericolosamente da troppi anni.
