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Cancellato il treno Napoli-Campobasso, passeggeri ‘abbandonati’ a Isernia e un’ora e mezza di ritardo: la testimonianza 

Disagi alle stelle, servizi alle stalle: a parlare è Erminia Mignelli, ex segretaria Cgil, coinvolta nella doppia sventura  


NAPOLI/CAMPOBASSO. Continuano i disagi sulla tratta ferroviaria del Molise, questa volta in direzione Napoli. I passeggeri, titolari del biglietto del treno 5070 delle ore 17.00 di ieri, che sarebbero dovuti partire dal capoluogo campano per giungere a Isernia e a Campobasso, si sono trovati a vivere una doppia sventura: prima la cancellazione dell’ultimo minuto del loro viaggio e poi l’arrivo con un’ora e mezza di ritardo a Isernia, dopo una caccia all’autobus sostitutivo. 

A raccontare la peripezia è Erminia Mignelli, ex segretaria Cgil ed ex sindaco di Santa Maria del Molise, che parla di “cittadidini dimenticati” che sono stati protagonisti “non di un episodio isolato ma di una ormai divenuta normalità per chi ha la sfortuna di essere un pendolare o un passeggero occasionale”. 

Questa la ricostruzione nel dettaglio. “Il treno 5070, Napoli-Isernia delle ore 17.00, viene soppresso a Napoli perché il motore è in avaria – spiega Mignelli – e i passeggeri diretti a Venafro, Isernia e Campobasso vengono dirottati su un treno per Cassino, con partenza spostata di 15 minuti e con discesa a Vairano, dove secondo le indicazioni annunciate avrebbero dovuto trovare un autobus sostitutivo per le relative destinazioni”.  

“Arrivati a Vairano – prosegue la donna – dopo 60 minuti di attesa, i passeggeri restano letteralmente abbandonati in mezzo alla strada, senza alcuna informazione. Solo successivamente si è saputo, per bocca dell’autista del pullman, che tanto ritardo era dovuto dal fatto che l’autobus doveva arrivare da Napoli”.  

“Giunti a Isernia ovviamente con un’ora e mezzo di ritardo – spiega la Mignelli – il conducente dell’autobus comunica che la corsa ha termine nella stazione di Isernia. Tutti i passeggeri diretti a Campobasso, con regolare biglietto, sono stati letteralmente abbandonati a Isernia, in una stazione vuota, senza che nessuno potesse dare loro indicazioni su come proseguire il viaggio”. 

Secondo la Mignelli, se tutto questo accade è per colpa di una “classe politica che ha permesso lo smantellamento e l’inefficienza di tutti i servizi. Complice il silenzio assordante di tutti  – continua – nel Molise non ci sono più centri direzionali, per cui le decisioni, le risoluzioni vengono gestite da fuori, ma soprattutto lo stato di fatiscenza dei treni non viene considerato e tutto questo mette a rischio quotidianamente le persone”. 

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