Mancini_Comitato_vittime
CAMPOBASSO. La Procura della Repubblica di Campobasso ha notificato all’avvocato Vincenzo Iacovino, legale dell’associazione ‘Verità e dignità per le vittime Covid’, l’avviso dell’avvenuta richiesta di archiviazione del procedimento incardinato dopo le segnalazioni concernenti varie criticità nella risposta sanitaria a fronte dell’emergenza pandemica.
Tuttavia, di tale istanza di archiviazione – si legge in una nota stampa – si rileva lo stralcio di tre questioni che ora costituiscono fascicoli autonomi e distinti, ossia: la vicenda dei posti di terapia intensiva e di un omicidio colposo per un decesso intervenuto dopo tre giorni di attesa in pronto soccorso (per il quale è stata già formulata opposizione ad una proposta di archiviazione); la questione inerente ai ritardi nella tempistica di realizzazione della cosiddetta “Torre Covid” e la carenza di figure professionali mediche, per cui è già stato comunicato avviso di conclusioni indagini agli indagati; la vicenda, più volte denunciata, delle criticità dell’impianto di ossigenoterapia che ha comportato l’acquisizione di tutte le cartelle cliniche dei soggetti deceduti nel reparto di Malattie infettive del Cardarelli al fine di verificare il nesso causale dei decessi con le denunciate criticità.
Il presidente del Comitato Vittime, Francesco Mancini, annuncia opposizione ed esprime altresì soddisfazione per il proseguo delle indagini in altri procedimenti scaturiti sempre dalle denunce dell’associazione.
“Si apprende – spiega infatti Mancini – che esistono procedimenti autonomi e distinti aperti a seguito di specifiche denunce per decessi o cluster, più precisamente: 20 procedimenti per fatti di omicidio colposo legati al Covid; 6 procedimenti per fatti di epidemia colposa legata al Covid”.
il comitato ora ha 20 giorni di tempo per esaminare le quasi diecimila pagine contenute in 24 faldoni e chiedere la prosecuzione delle indagini preliminari sui seguenti reati ipotizzati: abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio, omicidio colposo, epidemia, delitti colposi contro la salute pubblica, interruzione di ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica utilità.
Il Comitato e i familiari delle vittime si dicono pronti a costituirsi parte civile e “non si fermeranno fino a quando non sarà fatta luce completa sul disastro sanitario e umanitario non sempre attribuibile al Covid – dicono – ma alla mala gestione della sanità”.
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