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Scomparso Giambattista Faralli: “Ciao, indimenticabile prof”

di Mauro Gioielli

ISERNIA. L’ultima volta che ho visto Giambattista Faralli è stata quattro anni fa a Isernia, in occasione della presentazione della riedizione de “Il tratturo” di Franco Ciampitti. Lo trovai provato nel fisico, ma fu  lucidissimo nel suo intervento, dimostrando come al solito una grande competenza. Al termine, mi intrattenni un po’ a parlare con lui, e ricordammo gli anni del liceo.

Lo avevo avuto come docente di italiano e lo ricordo quale insegnante preparatissimo, che spingeva i suoi allievi a leggere anche gli autori contemporanei, per conoscere qualcosa in più rispetto ai programmi di studio di allora, che non andavano oltre Pirandello e d’Annunzio. Faralli, invece, voleva che leggessimo anche altro. Fu lui che mi suggerì la lettura di “Signora Ava” e “Le terre del Sacramento” di Francesco Jovine. Poi mi consigliò di leggere “Il tratturo” di Franco Ciampitti – il libro per cui ci siamo ritrovati e visti per l’ultima volta –, un’opera che mi colpì e che condizionò la scelta del nome del gruppo musicale che, insieme ad altri, ho fondato nel 1976.

Col professore, noi studenti ci vedevamo anche al di fuori dell’orario scolastico, in momenti conviviali durante i quali si parlava di tutto. Nacque in quel periodo, proprio su input di Faralli, quello che divenne l’inno della nostra classe, l’ultra goliardica canzone “Maria Nicola”.

Fu un professore straordinario, attento alla crescita e alla formazione di noi giovani, capace di assecondare le inclinazioni culturali di ognuno. Personalmente, sono stato invogliato più volte a iniziare a scrivere. Ed è stato per lui che, successivamente, ho coltivato gli interessi che mi hanno portato a pubblicare i tanti studi che mi appassionano. Rammento che una volta, durante una lezione, mi disse di provare a scoprire la produzione letteraria di Italo Calvino. In biblioteca trovai “Fiabe italiane” e da quasi mezzo secolo mi ritrovo immerso nel mondo dei racconti magici e leggendari.

Faralli è stato un protagonista della cultura molisana degli ultimi quarant’anni. Ha curato le biografie di Franco Ciampitti e di Michele Romano, oltre che pubblicazioni su Giose Rimanelli, Luigi Incoronato, Vincenzo Ucciferri, Raffaele Capriglione e Cosmo Marinelli. Importanti anche i suoi contributi di studio sui dialetti e sugli statuti municipali. Ha inoltre indagato e catalogato, insieme a Michele Tuono, la stampa periodica molisana tra il 1820 e il 1940.

Le ultime sue opere  hanno riguardato la riscoperta del teatro di Sabino d’Acunto e la stampa di “Campioni del mondo” di Ciampitti.

Per me Giambattista Faralli è stato un faro. Mi ha indicato la strada culturale che ancora oggi sto percorrendo.

La sua scomparsa mi addolora profondamente.

Pasquale

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