Raddoppiano i compensi di sindaco e assessori, l’attacco del Pd: finita la battaglia del M5s sui “costi della casta”

L’aumento retroattivo a partire dal mese di gennaio


CAMPOBASSO. Aumento dei compensi per il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, per gli assessori e per il presidente del Consiglio comunale, arriva l’attacco dei consiglieri comunali del Pd Giose Trivisonno, Alessandra Salvatore e Bibiana Chierchia e Antonio Battista.

“Avremmo volentieri evitato questo comunicato, visto che ci siamo espressi, in commissione bilancio, con molta chiarezza – l’opinione dei dem – Purtroppo, però, il sindaco Gravina, sostenuto dai consiglieri di maggioranza, ha perso l’ennesima occasione per mantenere un profilo alto e di responsabilità istituzionale, decidendo di sventolare il cavallo di battaglia del “taglio ai costi della politica”, che tanti voti ha procurato al M5s, proprio nel giorno in cui, dopo avere per l’ennesima volta mortificato il ruolo dei consiglieri comunali, con una decisione sul regolamento dei consigli da remoto che abbiamo contestato, sanciva l’aumento della propria indennità e di quella di assessori e presidente del Consiglio comunale”. 

“Il Governo Draghi, quello appoggiato da 5stelle, PD e Lega, ha dato facoltà ai Sindaci di aumentare lo stipendio per sé stessi, per le Giunte e per i Presidenti del Consiglio, mettendo a disposizione un fondo speciale per i Comuni – hanno dichiarato i consiglieri di centrosinistra – Questa facoltà è stata opzionata da sindaco e Giunta Gravina, che, di fatto, da gennaio 2022 (formula retroattiva), raddoppiano il proprio compenso (da 4.400 a circa 8.000 euro lordi). Siamo ed eravamo tendenzialmente d’accordo nel merito, perché un sindaco ha tante responsabilità e perché la Giunta deve potersi dedicare a tempo pieno alle incombenze amministrative. Ascoltate le dichiarazione del primo cittadino, rese peraltro in un momento di gravi difficoltà quotidiane per tante famiglie, vantatosi di avere ridotto, grazie alla riduzione delle sedute delle Commissioni Consiliari (dove i consiglieri percepiscono un gettone che ha un valore quasi simbolico), i “costi della politica” rispetto al 2018, non possiamo tacere, poiché il sindaco dimentica che in quei “costi” c’erano anche i gettoni di presenza del gruppo 5stelle, formato nella scorsa consiliatura dallo stesso Gravina e dagli assessori Felice, Praitano e Cretella, che non hanno mai protestato a riguardo”.

“Preoccupato di potere rimanere vittima di quel populismo che il suo stesso movimento ha alimentato, mentre dichiarava giusto e sacrosanto l’aumento delle indennità (che arriverà a 13.000 euro lorde a regime) per sé e per la Giunta (tutta impegnata a tempo pieno nelle proprie attività lavorative private e/o pubbliche), liquidava, di fatto, come “sprechi” i compensi ai consiglieri comunali (su cui, non facendo convocare le commissioni, ha operato i tagli). Non sappiamo se il sindaco, nel parlare dei “costi della politica” (e prima ancora nel ridurli) ha tenuto come riferimento il silenzio e l’inerzia di alcuni dei suoi consiglieri. Ciò che è certo – hanno rimarcato ancora i consiglieri del Pd – è che gli aumenti di cui la Giunta Gravina ha deciso (legittimamente) di giovarsi, non possono essere presentati come un “accidente” quasi non voluto, che si è costretti a subire e che non gravera’ sul bilancio comunale (a rimarcare che, invece, il simbolico gettone dei consiglieri “grava” su quel bilancio). I soldi messi a disposizione dal bilancio statale sono ugualmente soldi pubblici, soldi di tutti noi”. 

“La retorica “anti-casta” la doveva risparmiare non tanto a noi, quanto ai cittadini di Campobasso. Quello che sentiamo di dovere ribadire noi è che l’aumento delle indennità impone, oggi, che Sindaco, Giunta (dipendenti e liberi professionisti) e Presidente del Consiglio si dedichino  a tempo pieno all’attività amministrativa: occorre che si mettano in aspettativa o lascino le attività private per il tempo dell’incarico nell’esecutivo.  Questa la nostra formale e pubblica richiesta alla Giunta – hanno concluso Trivisonno, Salvatore, Chierchia e Battista – Tutto il resto è un modo maldestro per giustificare l’addio ad un altro baluardo della propaganda pentastellata”.