L’obiettivo è quello di ridare fiato al potere d’acquisto, ridotto drasticamente dall’inflazione e dal caro energia


Decreto Aiuti bis, stipendi più alti con il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori e l’anticipo della rivalutazione delle pensioni, per ridare fiato al potere d’acquisto, ridotto drasticamente dall’inflazione e dal caro energia.

Il taglio del cuneo fiscale, secondo le anticipazioni emerse, dovrebbe essere di un punto percentuale aggiuntivo rispetto a quello di 0,8 punti già in vigore fino a fine anno. La misura dovrebbe avere durata di sei mesi e dovrebbe valere solo per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro l’anno.

AUMENTO DEGLI STIPENDI. Per un lavoratore con un reddito di 35 mila euro l’anno lordi, il taglio si tradurrebbe in un aumento mensile dello stipendio di circa 27 euro. Chi invece ha un reddito lordo di 28 mila euro l’anno si troverebbe circa 22 euro in più in busta paga al mese. Per un lavoratore con un reddito di 15mila euro l’aumento mensile sarebbe di circa 12 euro.

AUMENTO DELLE PENSIONI. Per i pensionati, è previsto un anticipo di tre mesi della rivalutazione delle pensioni, che aumenteranno del 2% a partire da settembre, invece che da gennaio 2023. L’aumento definitivo, che potrebbe essere superiore all’8%, tenendo conto dell’attuale dato dell’inflazione, partirebbe a gennaio 2023. Il meccanismo attuale per la rivalutazione prevede tre fasce: il 100% fino a 4 volte la pensione minima, ovvero 523 euro al mese, il 90% tra 4 e 5 volte il minimo e i 75% sopra questa soglia.