Il caso/ Per persone singole che hanno bisogno di un posto dove dormire a un prezzo calmierato offerta ridotta all’osso, a differenza che per i gruppi. Ma la richiesta potrebbe esserci, se solo venisse maggiormente promosso ciò che c’è a disposizione


ISERNIA. È un appello alle istituzioni ecclesiastiche della provincia di Isernia, quello che arriva da un lavoratore di fuori regione che chiede ospitalità in una struttura della Diocesi.

Marco, nome di fantasia, ha trovato lavoro a Isernia ma è precario e vedrà il contratto scadergli tra poche settimane. Le speranze di rinnovo ci sono, ma l’incertezza resta, vista anche la congiuntura economica tra le più difficili che si ricordino.

In questa circostanza, avere un contratto di fitto, anche per pochi mesi, è praticamente impossibile. L’uomo non ha trovato nessuno disposto a dargli una casa in locazione solo per qualche tempo e dunque si è visto costretto a trovare alloggio in un albergo. La paga tuttavia, che percepirà a metà del mese prossimo, non gli consente di poter pernottare ancora a lungo nella struttura. Marco, dunque, ha provato a organizzarsi e, forte di esperienze in altre regioni, ha provato a chiedere alloggio a strutture religiose, naturalmente previo pagamento di una congrua offerta in denaro.

Tuttavia, nonostante i posti per dormire ci siano, si è visto negare questa possibilità a Isernia, Venafro, Pozzilli, Rocchetta a Volturno e Castelpetroso, dove ha provato a informarsi anche attraverso le parrocchie. L’orientamento generale, infatti, sembra essere quello di non concedere ospitalità se non per gruppi di pellegrinaggio o con finalità comunque spirituali (almeno a Castelpetroso), nonostante la possibilità di accogliere un singolo ci sia un po’ ovunque. A Isernia però, per fare un esempio, presso la Congregazione delle Suore Serve di Maria Addolorata, si accettano solo donne. A Rocchetta, solo gruppi. Tra l’altro, quel che incassano queste strutture viene solitamente messo a disposizione delle Caritas, delle mense per i poveri , degli ostelli per i senza tetto. Ma se non ci sono entrate sufficienti ne risente anche la catena della solidarietà.

Se un’iniziale ritrosia poteva essere giustificata, qualche mese fa, dall’emergenza Covid, ora che le restrizioni sono venute Marco confidava di poter avere un sostegno in questo senso. Come lui, del resto, di lavoratori precari in difficoltà a cercare un alloggio ce ne sono tanti, anche nella realtà della provincia di Isernia, e un aiuto da parte della Diocesi o di strutture collegate come la Caritas è lecito aspettarselo. Anche perché, sottolinea Marco, in altre città dove gli è capitato di lavorare, specie se piccole come Isernia, l’ospitalità religiosa non gli è mai stata negata. Del resto, non può essere taciuto che la missione di queste strutture ricettive è appunto quella di aprire le porte al prossimo. La speranza di Marco, dunque, è che quei valori religiosi che contraddistinguono la finalità di questi edifici possano valere, al più presto, anche per lui. E soprattutto che da parte dei preposti vi sia anche una maggiore divulgazione delle opportunità esistenti, in questo senso: è vero che di gente forestiera che vuol pernottare ne arriva poca, ma comunque può essere un’opportunità in più sia dal lato della domanda che dell’offerta.