Alla scoperta dei sapori antichi: Prato Gentile torna ad accogliere il popolo della Pezzata

Migliaia i turisti, giunti anche da fuori regione, che hanno raggiunto Capracotta per essere protagonisti dell’evento che segna il ritorno alla normalità dopo gli anni difficili della pandemia. GUARDA LA FOTOGALLERY


CAPRACOTTA. Migliaia di turisti giunti da ogni angolo del Molise e anche da fuori regione sono tornati a darsi appuntamento oggi a Prato Gentile per far rivivere l’antica tradizione della Pezzata, vero e proprio simbolo della storia contadina e montanara dell’Alto Molise.

Un’edizione, quella del 2022, che ha una forte valenza simbolica, perché segna il ritorno alla normalità dopo i difficili anni della pandemia. La bella giornata di sole e la voglia di stare insieme immersi nella natura alla scoperta degli antichi sapori hanno assicurato la riuscita dell’evento.

“Un momento importante per noi e non solo, per ‘certificare’ la ripartenza vera, dopo i durissimi anni di stop – ha detto il sindaco di Capracotta Candido Paglione – Serve a creare un clima di rinnovata fiducia per l’economia locale. Capracotta, come al solito, ha accolto al meglio tutti coloro che apprezzano le bellezze naturalistiche, con Prato Gentile, che resta un autentico luogo dell’anima non solo per i capracottesi, ma per tutti i molisani e non solo, e le specialità gastronomiche della nostra tradizione”.

L’origine di questa pietanza risale ai giorni in cui la transumanza tra le montagne dell’Alto Molise ed il tavoliere delle Puglie era una consuetudine.

Confermando la regola che vuole le cose semplici essere le più gustose, la Pezzata, da piatto d’emergenza dei pastori è diventata una prelibatezza da buongustai.

Ingrediente fondamentale, si legge sul sito internet di Capracotta, è ovviamente la carne di pecora che acquista il suo gusto particolare grazie ai pascoli d’altura dove gli animali rassodano i loro muscoli (che diventeranno carne) brucando per chilometri nei prati montani quantitativamente meno ricchi dei corrispondenti di pianura ma qualitativamente molto più nutrienti.

La carne viene cotta in grandi paioli riempiti d’acqua. La prima operazione da compiere è la ‘schiumatura’, ovvero l’eliminazione del grasso in eccesso venuto a galla a seguito della cottura, dopodiché, oltre al sale, si aggiunge qualche patata che continua ad assorbire il grasso rilasciato durante la lunga cottura, di almeno 4 ore, qualche pomodoro per dare colore al brodo, ma senza renderlo troppo rosso.

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Foto Facebook (Associazione Amici di Capracotta)