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Pia Unione di Sessano, prorogato il commissariamento per due mesi e spuntano nuove socie dal nulla

Dopo cinque anni sembrava giunto il momento di ricostituire l’assemblea e nominare il nuovo presidente, ma le 14 socie storiche denunciano un ‘blitz’: “Iscritte persone di fuori paese senza alcun legame con la storia dell’Ime per metterci in minoranza. Vogliamo spiegazioni su tutta le gestione, amministrativa e contabile”


di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA-SESSANO DEL MOLISE. Sembrava giunta a una svolta l’annosa vicenda del commissariamento dell’Ime, l’Istituto Pia Unione Mater Ecclesiae di Sessano realizzato dal padre Carmelo Durante, figlio spirituale di San Pio da Pietrelcina fin da bambino.

E invece no: nuova proroga del commissariamento, in atto dal 2016, l’ennesimo dopo cinque anni, con don Girolamo Dello Iacono, che proviene dall’Ufficio Economato della Diocesi di Isernia-Venafro.

Ma andiamo con ordine. Il commissario vescovile aveva convocato l’assemblea delle socie per il 30 giugno, ma un difetto di notifica ha fatto saltare la convocazione, che doveva avvenire entro cinque giorni dalla data fissata per la riunione. Don Girolamo ha dunque riconvocato le socie per il 13 luglio (in prima convocazione), ma non si è presentato. Seconda convocazione il giorno seguente, 14 luglio, quando invece la comunità religiosa di pie donne di Sessano del Molise è stata inconsapevole protagonista di quello che è stato definito “un autentico blitz a danno della comunità di Sessano”. Vediamo perché.

Innanzitutto, dopo l’errore di notifica, il vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro, Camillo Cibotti, con proprio decreto del 29 giugno scorso ha prorogato il commissariamento della Pia Unione fino al 30 settembre. Il documento, disponibile sul sito della Diocesi, riferisce infatti che “al fine di garantire un ordinato e corretto svolgimento delle attività di costituzione degli organi sociali” è stato prorogato l’incarico di commissario a don Girolamo, rinnovandogli tutti i poteri conferiti in precedenza.

Un ennesimo prolungamento di un commissariamento lungo oltre cinque anni, dovuto – come aveva detto monsignor Cibotti a isNews lo scorso 24 marzo – a difficoltà tecniche nel reperire i documenti e alla pandemia, che rendeva impossibili le riunioni. Tre i commissari che si sono alternati nel tempo: prima l’avvocato Agnese Sarcinelli, che si dimise dopo pochi mesi, poi Donato Toma, dimessosi per incompatibilità col ruolo di presidente della Regione, infine l’arrivo di don Girolamo.

Il giorno della riunione, 14 luglio, le socie storiche (14 donne) si imbattono in circa una trentina di nuove iscritte, mai viste prima, tutte di fuori e non aventi alcun legame particolare con Sessano e la Pia Unione. “Don Girolamo – riferiscono le socie – all’ordine del giorno ha iscritto comunicazioni e costituzione dell’assemblea generale – Ma non si capisce come, se siamo in presenza di una proroga commissariale, si possa costituire l’assemblea. Le due cose sono antitetiche e della proroga nulla ci è stato detto, nessuna di noi aveva letto il decreto del vescovo sul sito della Diocesi”.

“Una manovra di potere, evidentemente studiata nel tempo a tavolino”, tuonano le socie fondatrici, per mettere in minoranza le 14 socie commissariate dal 2016: così la interpretano le dirette interessate, che numericamente non potranno incidere nella scelta del nuovo presidente e del consiglio direttivo. Di qui la richiesta di rinvio della seduta, concessa da don Girolamo per il 28 luglio scorso. Il commissario avrebbe anche riferito alle presenti di aver abrogato, come da poteri conferitigli dal vescovo, tutti i regolamenti in vigore, tra cui quello che prevedeva un tetto al numero massimo di soci. Eppure, le fondatrici si sono viste negare, a loro dire ”immotivatamente”, l’iscrizione di altre nuove socie con la spiegazione pretestuosa che le richieste fossero arrivate successivamente alla convocazione dell’assemblea.

“Siamo molto deluse – ancora le socie – Non stentiamo a credere che alcune delle nuove socie abbiano raggiunto Sessano con il navigatore satellitare, non capiamo cosa c’entrino con l’Istituto Mater Ecclesiae. Come sono state iscritte? Non ci risulta sia stato fatto un avviso per consentire alle interessate di iscriversi, magari stabilendo i criteri che consentivano di aumentare il numero massimo di iscrizioni rispetto al regolamento vigente, che don Girolamo ora dice di aver abrogato. Dopo quasi sei anni Sessano e l’intera comunità di fedeli meritavano delle spiegazioni e nessuno le ha avute, anzi. Quali sono stati i reali motivi del commissariamento, visto che non abbiamo mai ricevuto comunicazioni su presunte irregolarità tecniche? Le ragioni addotte dal vescovo sono state da noi ampiamente contestate e superate per iscritto fin dall’inizio, senza ricevere alcuna risposta al riguardo.  Siamo disponibili a un confronto pubblico ad hoc con lui, in presenza della popolazione di Sessano. Chiediamo di vedere tutti gli atti di gestione fatti durante il commissariamento, visto che non abbiamo mai potuto esaminare un resoconto completo a firma di Toma o Dello Iacono”.

Ad avviso delle socie, infine, sarebbero stati compiuti atti suscettibili di incidere negativamente sul patrimonio dell’ente.

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