Sanità croce dei molisani, la ‘medicina’ di Cecere candidato al Senato: “Sfruttate la mia competenza”

L’ex primario del reparto di Chirurgia al Cardarelli in corsa al plurinominale sceglie il Cardarelli per presentarsi agli elettori: “Un posto estremamente simbolico, qui doveva sorgere l’ospedale Covid”


CAMPOBASSO. Ha scelto un posto tutt’altro che casuale per presentarsi agli elettori. Giuseppe Cecere candidato al Senato della Repubblica nel collegio del Molise con il Partito Democratico ha deciso di incontrare la stampa nel piazzale del Cardarelli di Campobasso, lì dove sarebbe dovuto essere realizzato il famigerato ospedale Covid.

“Un posto estremamente simbolico – ha detto l’ex primario del reparto di Chirurgia – Siamo l’unica regione senza un ospedale Covid. I reparti ospedalieri hanno sofferto tantissimo per questo. Nel mio reparto si sono ammalate 47 persone tra pazienti e personale”.

Cecere ha poi illustrato le ragioni della sua candidatura. “La mia prima competenza – ha detto – è ovviamente quella sanitaria ma è un discorso più ampio. Negli ultimi cinque anni, con il governo regionale di centrodestra, l’ospedale di Termoli è stato ‘azzerato’, il Cardarelli è in forte affanno e l’ospedale ‘Veneziale’ di Isernia è ‘disperso’. Non credo che i molisani debbano scontare tutto questo. Credo che invece la sanità possa essere del tutto ristrutturata, partendo dai territori”.

Non è mancata la stoccata ai competitor ‘forestieri’. “Il governo regionale di centrodestra – ha affermato Cecere – ha catapultato in Molise delle persone totalmente avulse dall’esperienza e dalla conoscenza della regione. Candidati anche assessori della Giunta Toma che portano il peso di questa situazione”.

Cecere ha poi spiegato che una delle ragioni che lo hanno spinto a mettersi in gioco in questa competizione elettorale è il potere ispettivo conferito a senatori e deputati. “Nel periodo peggiore del Covid – ha ricordato il primario – qui non si è visto nessuno. Abbiamo aspettato e reiterato le nostre richieste ma senza avere risposte”. Rivolgendosi agli elettori ha poi sottolineato: “Pensateci bene quando andate a votare” .

La sanità, per l’aspirante senatore, va rimodulata seguendo due strade. “Non si può accettare – ha sottolineato – la ripartizione dei fondi in base al numero di abitanti. Perché è vero che siamo meno di 300mila abitanti, ma ripartiti in 136 Comuni. Non è accettabile che ci vengano concesse le stesse risorse date a un quartiere di Roma. Quello che va cambiato è anche il management perché è vero che i soldi non erano tanti, ma sono stati amministrati malissimo dalla politica, e soprattutto dai manager”.

Pietro

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