Morte Paola Cerimele, partiti gli accertamenti tecnici sui veicoli coinvolti nello schianto sulla Trignina

I legali difensori dell’automobilista indagato: “Ancora non si conoscono la dinamica del sinistro, le circostanze che lo hanno causato e la responsabilità di chi lo ha determinato”


AGNONE. Fare piena luce sull’incidente stradale costato la vita a Paola Cerimele: sono partiti gli accertamenti tecnici sui veicoli coinvolti nello schianto sulla Trignina.

Intanto è ancora ricoverato in ospedale l’automobilista indagato. Lo hanno riferito i suoi difensori, gli avvocati Manuela Abbazia e Stefano Maggiani.

“Il Pubblico Ministero presso la Procura di Vasto Vincenzo Chirico – si legge nella nota dei legali – considerato che i luoghi (ovvero il tratto stradale nel quale si è verificato il sinistro) e le cose (le autovetture incidentate) sono soggette a modificazione, ha disposto un accertamento tecnico irripetibile, ex art. 360 c.p.p., conferendo all’ingegnere Marco Colagrossi l’incarico di proprio consulente, ponendogli una serie di quesiti necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente. Ciò come codicisticamnete e proceduralmente previsto.

Quindi, il 20 settembre scorso, il consulente del pm, dopo aver ricevuto l’incarico presso gli uffici della Procura di Vasto, ha iniziato gli accertamenti sulle autovetture e sui luoghi, operazioni a cui ha partecipato anche il consulente tecnico dell’indagato, l’ingegnere Carmine Lanni.

Ebbene, tutto ciò premesso e considerato, riteniamo necessario sottolineare che, ad oggi, ancora non si conoscono la dinamica del sinistro, le circostanze che lo hanno causato e la responsabilità di chi lo ha determinato, pertanto, ogni considerazione e ricostruzione che non provengano dall’Autorità Giudiziaria, ma dalle parti in causa, risultano, a parere degli scriventi, inopportune.

È convinzione di questa difesa che situazioni particolarmente drammatiche, come quella di questo sinistro, debbano essere trattate con la dovuta delicatezza e con la massima professionalità, al fine di consentire agli inquirenti di svolgere il proprio lavoro nel modo migliore e di favorire la ricerca della verità senza alcun condizionamento.

Sul punto giova evidenziare che le rispettive difese hanno a disposizione tempi e modi, previsti dal codice di rito, nel rispetto dell’etica e della deontologia, per porre in essere professionalmente la loro attività.

Convinti che la giustizia debba fare il suo corso nelle migliori condizioni, auspichiamo il rispetto di quanto sopra rappresentato a beneficio di ognuno. In questa fase del procedimento penale, che è quella delle indagini preliminari, è infatti, deontologicamente doveroso tenere in considerazione il dolore di tutti i soggetti coinvolti, quello dei famigliari della vittima ma anche quello dell’indagato e della sua famiglia.

Nella certezza che la professionalità dei nostri Colleghi e degli altri soggetti tecnicamente coinvolti prevarrà sulle pur comprensibili emozioni, nell’attesa degli elementi che scaturiranno dalle indagini preliminari, torniamo al nostro lavoro che svolgeremo in silenzio e nel rispetto del dramma che ognuno sta vivendo”.