Sul viadotto i residenti di Castiglione Messer Marino, Belmonte del Sannio, Agnone e Schiavi d’Abruzzo, che hanno ‘abbandonato’ le tessere elettorali per protesta
AGNONE-CASTIGLIONE MESSER MARINO. Tessere elettorali a terra, proprio la domenica delle elezioni politiche, e forti proteste: così i cittadini di Agnone, Belmonte del Sannio, Schiavi d’Abruzzo e Castiglione Messer Marino hanno manifestato la loro rabbia nei confronti delle promesse non mantenute sul viadotto Sente, chiuso dal 2018. Una linea di collegamento fondamentale per le aree interne di Abruzzo e Molise, alternativa e molto più funzionale della Provinciale 86.
La voce di protesta dei cittadini molisani si è alzata forte. “Agnone perde il suo ruolo di riferimento per un territorio. Ci sono attività che hanno chiuso, servizi che prima venivano erogati a tanti cittadini che, ora, sono quasi costretti ad andare altrove”, spiega il dottor Pompeo Petrella, presidente del Comitato Articolo 32. Rassegnazione, forse, ma la voce dei cittadini non si placa. “Non dobbiamo abbassare la guardia, se ci arrendiamo possiamo davvero dire addio alla speranza di veder riaperto il ponte”.
“Speravamo in tutti i modi di poter giungere ad una conclusione e di poter riaprire questo ponte almeno a senso unico alternato”, ha aggiunto Anita Di Primio, sindaco di Belmonte del Sannio, a Chiaroquotidiano.it. Il primo cittadino era presente questa mattina insieme a tanti suoi concittadini e con il consigliere comunale di Castiglione Messer Marino Francesco Lalli. Niente da fare: mancano i 40 milioni che, secondo Anas, servono per poter effettuare i lavori che riporterebbero il ponte in condizioni di sicurezza.
“Questo viadotto aveva trasformato questa zona. I comuni del comprensorio erano diventati un unico comune – ha aggiunto Petrella – perché c’era uno scambio continuo sia economico che culturale. Basti pensare che, in dieci minuti si raggiungevano scuole superiori o un pronto soccorso, con tutte le attività commerciali che ci sono sia da un lato che dall’altro”. Niente di tutto questo ora sembra ancora in essere: “Abbiamo la sensazione di essere stati quasi abbandonati”.