L’iniziativa, promossa in tutta Italia dall’Enpap, vede la luce anche in Molise per fornire sostegno alla popolazione alle prese con disturbi quali ansia e depressione, sempre più diffusi dopo la pandemia
ROMA/CAMPOBASSO. Al via in tutta Italia, e dunque anche in Molise, il progetto ‘Vivere meglio’ finalizzato ad offrire gratuitamente a migliaia di cittadini, dai 16 anni in su, percorsi terapeutici per il trattamento di disturbi quali ansia e depressione, che durante il Covid hanno avuto una certa recrudescenza, divenendo sempre più diffusi.
L’iniziativa, rivolta inizialmente ad una platea di 10mila persone, è promossa dall’ente di previdenza degli psicologi Enpap, in collaborazione con i Servizi Clinici Universitari Psicologici (Scup) di Padova, l’Associazione Italiana di Psicologia (Aip) e con le più prestigiose Università italiane. Ed è stata presentata a Roma lo scorso primo ottobre.
Più concretamente, nell’ambito del progetto di portata nazionale è stato realizzato il portale ‘viveremeglio.enpap.it’ al quale il singolo cittadino può accedere per effettuare, senza alcun costo, un test scientificamente validato e finalizzato a valutare se sono presenti le condizioni per intraprendere un percorso terapeutico gratuito, consistente in 10 o 14 incontri con psicologi e/o psicoterapeuti selezionati da Enpap e formati all’utilizzo di protocolli, aggiornati ed efficienti.
Il singolo potrà consultare le disponibilità sul proprio territorio e scegliere il professionista che dovrà assisterlo nel ‘cammino’. In Molise sono 5 le figure a disposizione per poter rispondere alle richieste di intervento.
Non è tutto. Sul medesimo sito ‘viveremeglio.enpap.it’ sono disponibili degli opuscoli informativi di auto-aiuto che forniranno consigli e indicazioni efficaci per gestire i segnali iniziali di disagio psicologico, al fine di intervenire tempestivamente.
L’iniziativa nasce dalla constatazione che, solo in Italia, 6 milioni di persone (circa il 10% della popolazione) soffrono di disturbi depressivi o ansiosi che impattano negativamente sulla vita quotidiana e sul rendimento lavorativo. Tra i soggetti più a rischio ci sono i disoccupati, i soggetti con basso livello d’istruzione, i giovani e, infine, le donne. Tali persone, che il più delle volte non hanno accesso a cure anche per ragioni economiche, oggi si vedono tendere una mano.