Bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio per oltre 1 milione di euro, rinviati a giudizio Gianlugi Torzi e il padre

Ancora guai per il broker molisano, rimasto coinvolto anche nel cosiddetto ‘Scandalo Vaticano’. Il professionista è finito nel mirino delle Fiamme Gialle dopo l’esposto di un creditore di una società di biotecnologie fallita


LARINO. Il broker Gianluigi Torzi, già coinvolto nell’inchiesta del Vaticano sull’acquisto di uno stabile a Londra per conto della Segreteria di Stato, ancora nel mirino della magistratura.

Il professionista è stato rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio per oltre 1 milione di euro. In realtà le accuse – riferisce Rai Molise – sono mosse a un gruppo riferibile a una società del settore dei fertilizzanti che a sua volta fa capo appunto a Torzi.

Anche gli altri indagati, all’esito di un’udienza di scena lo scorso 27 settembre, sono stati tutti rinviati a giudizio. Il Gup di Larino, Rinaldo D’Alonzo, ha respinto le richieste di non luogo a procedere dei legali difensori di Gianluigi Torzi e di suo padre Enrico Torzi, rispettivamente gli avvocati Marco Franco e Andrea Codispoti. È stata ammessa, invece, la costituzione di parte civile della società Agafert di Bari, nonostante le diverse eccezioni dei difensori.  La prossima udienza, presso il Collegio del Tribunale di Larino, si terrà il 22 febbraio del 2023.

L’indagine della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Larino, che riguarda in tutto sei persone, è nata dall’esposto di uno dei creditori della società di biotecnologie per uso agricolo, fallita nel 2019. Secondo gli inquirenti, i rappresentanti legali della ditta fallita ne svuotavano le casse, privandola di liquidità per soddisfare i creditori, mentre creavano debiti fittizi nei confronti di società estere a cui veniva trasferito il denaro, che poi rientrava in Italia tramite l’acquisto di altre aziende.