Sottoscritto in Assise un documento condiviso dalla maggioranza
ISERNIA. Dopo un lungo dibattito, il Consiglio comunale di Isernia ha sottoscritto un documento con il quale si chiede, con forza, al commissario Toma il ritiro del Piano operativo sanitario e la sua riproposizione “dopo un confronto accurato con gli interlocutori del territorio, soprattutto nell’interesse del popolo molisano”.
Il primo cittadino, prima di lasciare la parola all’Aula, ha lanciato all’assise un appello ad unire le forze, andando oltre gli steccati politici, per difendere il diritto alla salute. Invito accolto solo in parte, dal momento che le minoranze hanno scelto di non condividerlo.
La maggioranza ha invece deciso di tirare dritto, evidenziando – punto per punto – ciò che non funzionerebbe nel Pos 2022-24.
In particolare, – rileva il documento – “il programma, soprattutto per la rete di emergenza urgenza, sembra essere stato scritto più per soddisfare astratti criteri di razionalizzazione che per tutelare la salute dei cittadini. La riorganizzazione presentata non genera risparmi adeguati per garantire la sostenibilità del bilancio sanitario regionale. Il continuo taglio di posti letto pubblici (-120 posti letto tra il 2018 e il 2022), non ha garantito risparmi ed efficienza. L’ulteriore taglio previsto dal Piano Operativo 2022-24: non genererà alcun risparmio; comprometterà ulteriormente la sicurezza dei cittadini molisani; penalizzerà anche la mobilità attiva da altre Regioni eliminando una voce positiva e necessaria del bilancio sanitario regionale; continuerà a svilire il settore sanitario regionale rendendolo sempre meno attrattivo per le professionalità che vi operano (medici, infermieri, etc.); non risolve il problema della mobilità passiva che lo stesso Piano individua come largamente evitabile almeno per i ricoveri a bassa e media complessità.
Il Piano Operativo non contiene un’analisi accurata da cui emergano anche i pochi punti di forza della sanità pubblica molisana, le sue piccole ma vitali eccellenze, la necessità di valorizzare personale sanitario e non”.
Non manca un approfondimento sulla questione del trattamento delle patologie tempodipendenti, specie sull’eliminazione del laboratorio di Emodinamica presso il Veneziale di Isernia. Su quest’ultimo aspetto nel documento è posto l’accento sul fatto che “mantenere l’Unità di Terapia Intensiva Coronarica senza l’emodinamica è come avere un reparto di chirurgia senza sala operatoria”.
Insomma, “tutto da rifare”, secondo l’Assise di Palazzo San Francesco, per la quale la sottoscrizione di tale mozione rappresenta solo il primo passo di una protesta, che – se in ascoltata – potrebbe giungere finanche in Parlamento.
IL TESTO DEL DOCUMENTO