Sospesi i ricoveri in Psichiatria al Veneziale, Facciolla: ”Servono migliore programmazione e più interventi territoriali”

“Si tratta dell’ennesimo attacco ad una delle eccellenze dei nostri servizi territoriali”, spiega il segretario del Pd Molise


ISERNIA. In occasione della giornata del 10 ottobre dedicata proprio alla tutela della salute mentale il segretario del Partito democratico del Molise Vittorino Facciolla aveva sottolineato come il problema principale dei servizi fosse la scarsa destinazione delle risorse regionali, solo il 2,7% a fronte di un impegno normativo del 5%. Oggi, con la sospensione dei ricoveri nel reparto di Psichiatria dell’Ospedale Veneziale di Isernia per mancanza di medici, il rappresentante dem ravvisa “l’ennesimo attacco ad una delle eccellenze dei nostri servizi territoriali: il Dipartimento di Salute Mentale”.

“Accanto a ciò dobbiamo registrare una scarsa capacità di programmazione – dichiara il segretario – Poche risorse e spese male: è questa la ricetta adottata in questi anni di governo Toma. La chiusura del reparto, momentanea seppur comprendendone le ragioni alla luce della mancanza dei medici, cosa comporterà? Se vi è uno spostamento dei pazienti sul reparto di Campobasso (presumibilmente con Termoli a ulteriore supporto) i cittadini di Isernia e provincia di cosa fruiranno? I medici faranno i turni presso il reparto di Campobasso? Ma se così fosse, i medici non potranno seguire i Progetti Terapeutici di Isernia, violando così di fatto la 180/833 e il Piano azione nazionale salute mentale. Di quali servizi potranno usufruire i cittadini di Isernia e provincia con un CSM assente? Unico caso nazionale a essere capoluogo di provincia a non avere un CSM, pur essendoci fondi già stanziati”. 

Facciolla sottolinea che il problema ad Isernia non è solo di mancanza di medici, ma anche di altri professionisti: solo una psicologa e 0 assistenti sociali ad esempio. “Questa situazione – continua il segretario PD – mostra una totale disomogenizzazione territoriale, con Termoli finora fiore all’occhiello dei servizi e Campobasso e Isernia in via di abbandono. Ma a breve anche Termoli rischia di allinearsi all’impossibilità di dare risposte, con il decesso di un dirigente medico che rispondeva a una grande varietà e quantità di bisogni della popolazione e il prossimo pensionamento del Direttore Malinconico (direttore sia del CSM che del Dipartimento tutto)”.

L’esponente dem ricorda di essersi già occupato del tema della Salute Mentale nel corso delle Agorà organizzate proprio dal Partito Democratico del Molise in sinergia con il PD nazionale: “La Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica, presieduta dal Fabrizio Starace, nostro ospite dell’Agorà sul tema, nel suo ultimo rapporto sullo stato di salute dei servizi territoriali, ha evidenziato come il Molise, insieme alla Lombardia, presenti un sistema di cura per la salute mentale caratterizzato da elevati livelli di attività ospedaliera e bassi livelli di attività territoriale (fatta esclusioni dell’area basso-Molisana). Ciò è dovuto a incapacità politiche e di programmazione: carenza di risorse, incapacità della politica regionale di razionalizzare la spesa per le Strutture Residenziali, riduzione dell’emigrazione verso altre Regioni. Un dato che porta con sé in termini di spesa importanti conseguenze. Siamo ostaggio di una residenzialità ormai obsoleta e fuori dalle chiarissime indicazioni della Conferenza Stato-Regioni del 2013”.

“Un esempio chiaro di programmazione assolutamente incongrua – ravvisa Facciolla – la Neuropsichiatria infantile inserita nello Staff di direzione aziendale (quindi fuori dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze). A capo della stessa Neuropsichiatria infantile, si legga bene, vi è il Direttore degli Affari Legali, quindi un avvocato”.

“Nella passata legislatura iniziammo con atti concreti a mettere mano a molti dei problemi sopra denunciati – conclude Facciolla – ma il passaggio al nuovo governo regionale ha reso stagnante la situazione, non avendo proseguito il lavoro iniziato. Credo che una delle prime soluzioni che potremmo perseguire è l’adozione di una legge regionale sul Budget di Salute, che consentirebbe da un lato di razionalizzare e ottimizzare la spesa pubblica, di deistituzionalizzare contemporaneamente gli interventi, attuando e persino ampliando le inequivocabili indicazioni della Legge 180 e perseguendo gli obiettivi del PNRR e del DM 71/2022 per i modelli e gli standard dell’assistenza territoriale. Consentirebbe inoltre di mettere in rete tre nostre eccellenze: il Dipartimento di Salute Mentale, gli Ambiti Sociali e gli enti del Terzo settore, con attenzione, ascolto e co-progettazione col mondo del “Quarto settore”, cioè le associazioni a tutela della salute mentale. Abbiamo bisogno non solo di nuove risorse ma che le nostre risorse migliori possano lavorare insieme”.

Pietro

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