Sanità da salvare, adunanza a Isernia. Il sindaco: “Spero che questo sia il punto di inizio”

All’auditorium la riunione del Consiglio comunale. Si parte da un programma preciso delle cose da fare: garantire la rete di emergenza/urgenza, ripristinare i reparti soppressi, riequilibrare il sistema pubblico/privato, potenziare la medicina territoriale e investire sul personale. GUARDA LA DIRETTA e LA VIDEOINTERVISTA


ISERNIA. È iniziato con un ringraziamento ai medici da parte del sindaco di Isernia Piero Castrataro il Consiglio comunale in adunanza aperta, per parlare di sanità.

“Questa adunanza  – ha detto – non è solo un grido di allarme, ce ne sono stati tanti negli ultimi 20 anni. Spero sia il punto di inizio di una presa di coscienza. Non potremo mai cambiare il destino di questa regione senza ‘mettere le mani’ dentro la sanità, senza curarla, senza avere la voglia di risolvere il problema. Che si risolve con la volontà di fare le cose per bene, facendo ciascuno il proprio dovere nel proprio ambito e per quanto può. Quello che chiedo ai molisani è capire quanto in questo momento il destino della sanità è anche nelle loro mani”.

Ad rispondere all’invito del sindaco sono stati soprattutto medici e infermieri che hanno portato la loro testimonianza su quelle che sono le difficoltà affrontate ogni giorno, sul campo. Assenti, invece, il commissario Donato Toma, il direttore generale Asrem Oreste Florenzano, e la delegazione parlamentare, tutti invitati: “Non mi sento di fare polemica con la delegazione parlamentare, so che il martedì è un giorno di lavori parlamentari- ha detto in merito Castrataro – Tra l’altro ho ricevuto anche dei messaggi e so che stanno lavorando sul Decreto Molise“. Il senatore Costanzo Della Porta e l’onorevole Elisabetta Lancellotta hanno poi precisato, in una nota congiunta, di aver fatto presente prima della convocazione la coincidenza con alcuni improrogabili impegni parlamentari. Nello specifico, a Palazzo Madama era convocata la 10ma seduta del Senato; a Montecitorio, invece, era convocata la 12ma Commissione Permanente della Camera dei Deputati ‘Affari Sociali’, di cui la Lancellotta è componente. Nel corso dell’interlocuzione, spiegano, era stato chiesto al presidente del Consiglio comunale Nicolino Paolino la possibilità di convocare l’assise civica nel pomeriggio di venerdì 25 novembre, in modo da poter essere presenti, anche per spiegare alla cittadinanza del capoluogo pentro le prossime iniziative che saranno assunte per risolvere l’emergenza sanitaria in atto.

Si è partiti quindi da un programma preciso delle cose da fare: garantire la rete di emergenza/urgenza, ripristinare i reparti soppressi, riequilibrare il sistema pubblico/privato, potenziare la medicina territoriale e investire sul personale.

Diversi i temi sul tavolo, affrontati sotto diversi punti di vista dai medici presenti in sala. Professionisti arrivati da tutta la regione. Sotto la lente il Pos 2022-2024 e tutte le sue criticità, ma anche il protocollo d’intesa tra Regione e Unimol, rinnovato di recente e definito ‘imbarazzante’. È stato evidenziato che non ci si può accontentare di battersi per ripristinare l’esistente, perché si può fare molto di più. E le risorse ci sono, arrivano dal Pnrr. Per questo non ci sono alibi.

La parola è passata poi ad Andrea Greco, capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle che posto l’accento su diverse criticità. “La realtà in questa regione – ha detto – è che purtroppo gli interessi generali arretrano rispetto a quelli particolari di piccole parti, di piccole fazioni, piccoli grandi potentati. Parliamo di garantire una rete dell’emergenza urgenza. Oggi non è garantita e lo dicono i tavoli di monitoraggio. Per quanto riguarda i servizi territoriali, in Molise sono diventati un appalto da 46 milioni di euro, con cui abbiamo appaltato a terzi un servizio era garantito dal servizio sanitario nazionale”.

Poi è stata la volta di Laura Venittelli, presidente e portavoce dell’associazione ‘La Casa dei Diritti’ . “Piena solidarietà ai medici – ha esordito – che nonostante le difficoltà riescono ancora a salvare vite”. Poi ha posto l’accento sul caso Emodinamica di Isernia. “Non può essere toccata a Isernia e in Basso Molise perché servono realtà tanto lontane. Chiedo che ci sia l’immediato ritiro del Pos che massacra la sanità molisana e in primis quella isernina”.

Subito dopo il segretario e consigliere regionale del Pd Vittorino Facciolla ha incentrato il suo intervento sul Pos 2022-2024 e sugli aspetti che non convincono. “La parte relativa all’emergenza-urgenza – ha spiegato – viene smantellata negli ospedali spoke di Isernia e Termoli non garantendo per esempio l’assistenza per la rete cardiologica attraverso l’emodinamica h24 e non consentono neppure una terapia adeguata per la rete neurologica. In sostanza il Pos dice che non c’è bisogno dell’emodinamica h24 e questo grazie alle 16 postazioni del 118 che garantiscono la stabilizzazione del paziente. Ma le cose non stanno così, perché al 118 mancano anche i medici necessari e le ambulanze strutturate per la stabilizzazione”. Per Facciolla se non si inverte la tendenza per provare a investire su un’offerta adeguata, “non avremo la possibilità – ha concluso – di avere ancora ospedali in grado di dare, nell’immediato una cura”.

“Quella di questa sera è una chiamata alle armi perché il diritto alla salute viene prima di tutti i diritti”. Lo ha detto in apertura del suo intervento il sindaco di Capracotta Candido Paglione. “Qui – ha detto tra l’altro – non è un problema di contrapposizione tra sanità pubblica e privata. Non sono contro la sanità privata. Meno male che ci sono le strutture private, perché così diamo risposte a molte situazioni, proprio perché il pubblico è stato indebolito oltre misura. Ma c’è una differenza sostanziale. La mission della sanità pubblica è promuovere la salute, evitando che la gente si ammali. La sanità privata promuove la malattia perché è su quello che fa business. Il problema grosso è l’insufficienza del fondo sanitario regionale, perché abbiamo due strutture private importanti ma altrettanto ridondanti perché hanno una capacità di assorbire risorse oltre misura. Strutture che quando sono arrivate qui non potevano certo avere l’ambizione di servire l’utenza molisana visto quanto è ridotta. E infatti oggi hanno una valenza che va ben oltre il confine regionale. Trattandosi di strutture di eccellenza devono essere anche in qualche modo gestite come tali. E non possono far carico soltanto sul bilancio della sanità regionale, perché sarà sempre più stretto. Serve un sistema di perequazione”. Decisivo per Paglione l’aspetto che riguarda la sanità territoriale. “Il governo – ha concluso – deve farsi carico di questa regione”.

“Il Molise ha bisogno di partecipazione alle scelte – ha detto Paolo De Socio, segretario Cgil Molise – e di ricreare una comunità competente grazie alle buone pratiche”. Poi si è soffermato sulle criticità. Prima di tutte quella di essere commissariati da 14 anni, ma mai i problemi sono stati risolti. Il sindacalista alla fine del suo intervento ha lanciato una proposta. “Istituirei – ha detto – un giorno in cui tutti e 136 i comuni si riuniscano per discutere di un ordine del giorno tipo quello affrontato questa sera”.

Il sindaco di Agnone Daniele Saia ha poi sottolineato la mancanza di confronto con la Regione e il commissario, “che ci era stato promesso come direttivo della Conferenza dei sindaci e che poi non c’è stato. E penso – ha detto – che sarà proprio il confronto a consentire di risolvere i problemi della sanità molisana”.

La parola è quindi passata Massimo Peccianti, segretario Anaao Assomed  Molise. “Quelle che ho ascoltato sono tutte opinioni vere e condivisibili – ha detto – ma che non tengono presente una conclusione: noi non possiamo fare niente. Perché c’è il problema del deficit, abbiamo le leggi contro. La legge Balduzzi ha condizionato in maniera forte la sanità della nostra regione, perché stabilisce che, in base agli abitanti, ci saranno servizi calibrati in proporzione agli abitanti. La soluzione – ha evidenziato – è cambiare il paradigma delle leggi nazionali”.

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