Sono già oltre venti le amministrazioni che hanno approvato apposita delibera. Raccolte oltre 5200 firme
CAMPOBASSO. Sono più di 20 i Comuni molisani, ad oggi, hanno approvato una delibera di Consiglio o di Giunta per dire ‘no’ al cibo sintetico. A questi se ne stanno aggiungendo altri in procinto di formalizzare la loro contrarietà alla produzione e diffusione di “cibo” prodotto in laboratorio. La presa di posizione degli Enti accoglie l’invito di Coldiretti Molise che nei giorni scorsi aveva lanciato un appello ai primi cittadini a mobilitarsi contro il rischio concreto che il cibo sintetico arrivi presto sulle tavole dei cittadini.
La richiesta di supporto che l’Organizzazione ha inviato ai 136 Comuni della regione affianca la raccolta firme per la petizione popolare, promossa da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition, per chiedere una Legge nazionale che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia. Ad oggi le firme raccolte in Molise hanno superato il numero di 5.200.
“La chiara presa di posizione da parte dei Comuni, a pochi giorni dal nostro appello, e la conferma che molti altri stanno per deliberare in tal senso – afferma il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – dimostra la bontà della nostra mobilitazione e ci spinge a proseguire in tal senso anche con la raccolta delle firme dei cittadini-consumatori”.
Nello specifico l’Organizzazione invita i Comuni a farsi promotori di una Mozione a sostegno della petizione promossa da Coldiretti contro il cibo sintetico e tutte le iniziative finalizzate a richiamare l’attenzione sui rischi della diffusione del cibo da laboratorio; difendere, in sede di Conferenza Stato-Regioni e nei rapporti con il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e forestale, le filiere agro zootecniche regionali minacciate dalla diffusione del cibo sintetico, anche attraverso leggi di limitazione della produzione e del consumo del cibo artificiale in Italia trasmettendo copia delle delibere al Masaf”.
L’azione di Coldiretti parte dai presupposti che: il cibo sintetico è prodotto in bioreattori e dunque non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali e soprattutto è meno efficiente di quelli oggi più performanti. Inoltre, non è possibile confrontare gli impatti del cibo sintetico con le medie europee o mondiali, ma con i sistemi più avanzati e sostenibili per valutare correttamente gli esiti ambientali del cibo fabbricato in un bioreattore. Come se non bastasse, poi, la produzione di questo ‘cibo’ limita la libertà dei consumatori e omologa le scelte sul cibo; favorisce gli interessi di pochi operatori, monopolizzando l’offerta di cibo nel mondo; spezza lo straordinario legame che unisce cibo e natura e da ultimo non aiuta la salute in quanto non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e l’esperienza maturata è ancora troppo breve e non consente di avere alcuna certezza.
Questa mobilitazione vuole contrastare il pericolo, reale, che in poco tempo arrivi sulle tavole degli italiani cibo sintetico, ovvero prodotto in laboratorio, rendendo di fatto inutile il lavoro dei nostri agricoltori e allevatori che da millenni forniscono ai cittadini cibi sani e genuini, ottenuti nel rispetto della natura e delle norme che tutelano il benessere animale.
“E’ in atto – aggiunge il direttore Ascolese – una precisa strategia delle multinazionali che, con abili operazioni di marketing, puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”.
Per tali ragioni Coldiretti ritiene che il cibo sintetico non aiuterà nemmeno a perseguire gli obiettivi di giustizia sociale che guidano l’Europa, in quanto viene prodotto su brevetti e tecnologie con alti costi di ingresso e sviluppo, nelle mani di pochi grandi investitori multinazionali e può avere impatti socio-economici molto pericolosi a partire dalla chiusura di migliaia di aziende e perdita di posti di lavoro, portando in breve tempo ad una desertificazione dei territori.
“Coldiretti Molise – spiega Ascolese – è fortemente preoccupata per l’impatto devastante che il latte come pure la carne sintetica avrebbe sulla nostra filiera zootecnica e non ci riferiamo solo agli allevatori ma anche all’industria casearia particolarmente presente in Molise. In regione – prosegue Ascolese – c’è in gioco il destino di 1.200 stalle da latte che producono circa 50mila tonnellate di latte per un valore della filiera lattiero-casearia che si attesta intorno ai 25 milioni di euro, coinvolgendo oltre 5000 addetti a monte a valle della produzione”.
Per tali motivi tutto il personale di Coldiretti Molise è impegnato in questa grande mobilitazione a difesa delle aziende e del cibo sano e genuino. La raccolta sta proseguendo, per questo l’Organizzazione invita tutti i cittadini a firmare la petizione per dire “no al cibo sintetico” recandosi nei mercati di Campagna Amica di Campobasso ed Isernia nei giorni di apertura, oltre che negli gli Uffici Zona di Coldiretti presenti in tutta la regione.