Categories: CRONACAEVIDENZA

Aree contaminate da sostanze pericolose: pronto il dossier sull’inquinamento della piana di Venafro

I risultati di 4 anni di indagini sono stati illustrati dal procuratore di Isernia Fucci e dai vertici dell’Arma. La parola passa ora alla politica: “Sono necessarie operazioni di bonifica e ulteriori approfondimenti tecnici”. Proposta l’attivazione di un protocollo d’intesa per la raccolta e scambio di dati al fine di consentire interventi in grado di ridurre fenomeni dannosi per la salute pubblica


di Deborah Di Vincenzo

VENAFRO/ISERNIA. Esistono aree del territorio esaminato che risultano contaminate da sostanze pericolose, prima fra tutte il cadmio. Questo quanto emerge con chiarezza dai risultati di quattro anni di indagini portate avanti dalla Procura di Isernia sull’inquinamento della piana di Venafro.

I dati sono stati messi nero su bianco in un dossier inviato al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, al presidente della Regione Donato Toma, al direttore dell’Arpam e – per conoscenza – ai sindaci di Venafro, Pozzilli e Sesto Campano.

Il procuratore Carlo Fucci, insieme ai vertici dell’Arma dei Carabinieri, ha incontrato oggi la stampa per fare il punto della situazione ed evidenziare le criticità riscontrate grazie a un lavoro certosino e parecchio complesso dal punto di vista tecnico, che ha visto impegnati sostituti procuratori, i carabinieri della Compagnia di Venafro, i carabinieri forestali e i militari del Noe di Campobasso.

Quello che emerge è che l’area contaminata da cadmio ha un’estensione complessiva di circa HA 12.17.92 per un totale di 121.792 mq compresa nei territorio di Venafro, Pozzilli e Sesto Campano.

“Le indagini – ha sottolineato Fucci – hanno portato ad accertare molte criticità. Abbiamo controllato un po’ tutte le attività produttive pericolose. Abbiamo rilevato criticità sul sistema di controllo e di autocontrollo delle attività pericolose. Tutto ciò in alcuni casi ha portato all’esercizio dell’azione penale. In altri casi abbiamo rilevato illeciti amministrativi per violazione dell’Aia, delle autorizzazioni regionali che a mio avviso andrebbero riviste. Tante anche le consulenze in questi quattro anni, che hanno evidenziato criticità. Tutti i dati sono stati trasmessi al ministro dell’Ambiente, al presidente della Regione e al direttore dell’Arpam. La palla passa adesso alla politica e alle altre istituzioni competenti per proseguire nella verifica dell’eventuale persistenza o allargamento dell’inquinamento in questa vasta area. Bisogna stabilire se i livelli attuali sono ancora oltre le soglie e se sono pericolosi per la salute pubblica. Necessario quindi procedere con le operazioni di bonifica, necessarie già  sulla base dei dati che abbiamo rilevato, visto che sono interessate anche zone abitate ed in parte destinate alla produzione di grano e olive”.

Tra le problematiche evidenziate ci sono quelle di tipo normativo (che investe il livello regionale e forse anche quello nazionale) “che consentono – ha detto ancora il procuratore – ad attività potenzialmente pericolose, quanto al rischio inquinamento, di operare con un sistema relativo al manuale di gestione del sistema di monitoraggio delle emissioni che rendono impossibile accertare scientificamente se i dati avevano o meno subito manipolazioni, dunque con un sistema che non consente controlli effettivi riguardo le emissioni prodotte dai predetti impianti e le tipologie di eventuali inquinamenti conseguenziali”. Per il procuratore è quindi importante perfezionare la normativa.

“La mia presenza qui oggi – ha detto il colonnello Vincenzo Maresca, comandante provinciale dei Carabinieri – vuole testimoniare l’enorme lavoro svolto dall’Arma in tutte le sue articolazioni. Nella mia carriera non ho mai visto un’indagine così completa dal punto di vista ambientale, dove si è riusciti a individuare gli inquinanti, gli inquinatori e le responsabilità da parte dei privati ma anche, purtroppo, da parte pubblica. Noi continueremo a vigilare, però il lavoro non deve essere solo nostro ma anche delle altre parti pubbliche chiamate in causa”.

Alla luce di quanto scaturito dalle indagini il procuratore ha predisposto, insieme alla collega Andricciola, una bozza di protocollo d’intesa che a suo avviso è necessario attivare coinvolgendo le diverse autorità sanitarie al fine “della raccolta e dello scambio di dati relativi alla provincia di Isernia e in particolare all’area della piana di Venafro, utili sia ai fini giudiziari per accertare danni ambientali e danni collegati alla salute delle persone, sia al fine di consentire alle autorità amministrative e sanitarie di intervenire per ridurre fenomeni di inquinamento e dannosi per la salute pubblica”.

La bozza verrà sottoposta nelle prossime settimane all’attenzione delle autorità competenti.

Deborah

Recent Posts

Grave pericolosità per gli incendi, Roberti firma il decreto: tutti i divieti previsti fino al 30 settembre

Per tutelare l’ambiente e garantire la sicurezza della popolazione CAMPOBASSO. Salgono le temperature e si…

48 minuti ago

Incidente a Isernia, agenti della Penitenziaria ‘di passaggio’ salvano due anziani

Gli operatori hanno subito messo in sicurezza le persone coinvolte e l'area circostante ISERNIA. Nei…

53 minuti ago

Allarme siccità, c’è il Molise tra le regioni ad alto stress idrico

La situazione, secondo gli esperti, è destinata a peggiorare CAMPOBASSO. Il Molise si trova tra…

57 minuti ago

Opportunità di lavoro a Campobasso con il patronato Sias e il Caf Mcl

Al tirocinante verrà corrisposta una indennità di partecipazione secondo le vigenti previsioni normative CAMPOBASSO. Il…

1 ora ago

Meteo, in arrivo l’ondata di caldo: a Campobasso scatta il bollino arancione

Le previsioni per i prossimi giorni e il bollettino del Ministero per le ondate di…

1 ora ago

Isernia, Lettera 423 trasforma il centro storico in un salotto culturale (FOTO)

Chiusa la terza edizione con un record di presenze, autori e incontri di caratura internazionale:…

4 ore ago