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La ‘Olla’ come simbolo del dono per chi ha bisogno. Al Circolo Sannitico appuntamento di ‘Vivere con cura’

Martedì 13 dicembre alle 18.30, per parlare della cultura della condivisione dell’abbondanza nell’Italia meridionale


CAMPOBASSO. ‘Olla Comunità del Dono – Umanesimo e cultura della condivisione dell’abbondanza nell’Italia meridionale’. È questo il tema del nuovo appuntamento della rassegna ‘Vivere con cura’, in programma martedì 13 dicembre presso il Circolo Sannitico a Campobasso, alle ore 18.30.

Relatore d’eccezione sarà Giovanni Canora, naturopata, co-fondatore della cattedra Unesco di Salerno e presidente del Centro Studi Scuola Medica Salernitana, con un contributo Di Bruno Paura, docente di Botanica dell’Università degli studi del Molise.

La solidarietà spontanea nelle società rurali, in particolare nel meridione d’Italia, ha da sempre assicurato forme di aiuto reciproco e condivisione, soprattutto del cibo, motivato anche dalla consapevolezza che i ‘doni’ della Terra, di Madre Natura, andavano onorati proprio con la condivisione sociale. Il sentimento ‘sacro’ che la Terra fosse generosa di doni per la sussistenza, implicava sia il riconoscimento della comunità verso la generosità di Madre Terra sia la necessità della condivisione con chi aveva meno disponibilità di cibo. Condivisione che in quanto riconoscenza dell’abbondanza di Madre Terra diventa foriera di abbondanza per i prossimi raccolti.

Da qui l’usanza di lasciare del cibo in una ‘Olla’, vaso di terracotta, come dono per i bisognosi della comunità come poveri, anziani, deboli, malati; non gli avanzi, ma i frutti della Terra da offrire spontaneamente, una sorta di decima, come riconoscenza per il dono dell’abbondanza.

Dono senza attesa di un ritorno, oppure baratto, anche non contestuale ed alla pari, che ha caratterizzato la cultura rurale fino alla prima metà del secolo scorso. Questa valenza socioculturale ha caratterizzato la cultura umana in varie aree della nostra penisola e del mondo, definite come ‘comunità del dono’. Un modello di umanità che andrebbe ripresa e valorizzata rispetto agli attuali modelli socioeconomici competitivi e che alimentano sempre più sentimenti consumistici, egoistici ed egocentrici e soprattutto diseconomie con aree di iperconsumismo ed altre di povertà e carestie.

L’Economia del Dono può diventare un vero e proprio ‘brand’ socioculturale che può fungere da volano per la valorizzazione ed una nuova visione dello sviluppo del territorio e mettere insieme in un unico contenitore ospitalità, accoglienza, attività, prodotti tipici, archeologia e natura.

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