Tutti i rilievi mossi, con un capitolo dedicato alla sanità e uno ai debiti fuori bilancio, nella cerimonia che si è svolta oggi a Campobasso. A causa dell’indebitamento regionale su ogni abitante del Molise grava un passivo di 1.698,48 euro


CAMPOBASSO. Giudizio di parificazione sul rendiconto generale della Regione Molise relativo al 2021, diverse le irregolarità accertate dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, nell’udienza che si è svolta oggi a Campobasso.

Corte dei Conti che ha sospeso il giudizio di parificazione sul Rendiconto generale 2021 della Regione Molise. Nello stesso tempo ha sollevato la questione di costituzionalità relativamente ad alcuni articoli contenuti nella Legge regionale 6 del 29 dicembre 2021 (Rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2020), nella Legge regionale 3 del 4 maggio 2021 (Bilancio di previsione pluriennale 2021-2023) e nella Legge regionale 7 del 29 dicembre 2021 (Assestamento del Bilancio di previsione 2021-2023 e modifiche di leggi regionali).

Dalla sanità, ai contratti stipulati dalla Regione, ai debiti fuori bilancio. Diverse le irregolarità evidenziate dai magistrati contabili.

“La Regione Molise, nella proposta di rendiconto approvata dalla Giunta regionale – hanno evidenziato i magistrati contabili – ha indicato un risultato di amministrazione in disavanzo per euro 493.863.931,66. Gli equilibri finanziari della Regione, secondo le stesse risultanze dell’Ente, appaiono ai limiti della sostenibilità. Infatti, l’impatto sulla gestione futura del volume di disavanzo – già imponente in termini assoluti – emerge con chiarezza considerando la quota di disavanzo pro capite che grava sulla popolazione residente nel confronto con le altre regioni italiane. Essa si attesta a euro 1.698,48 per abitante, in crescita rispetto al 2020 (in cui era pari euro 1.662,27) e superiore alla quota per abitante di tutte le regioni a statuto ordinario”.

Quindi i riferimenti ai dati relativi alla sanità, con gli interventi per il miglioramento dell’offerta sanitaria grazie ai fondi del Pnrr, che prevede tra l’altro gli interventi strutturali sugli ospedali regionali, la realizzazione delle Case di continuità, l’assistenza territoriale. Tra i rilievi mossi il livello dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza inferiori ai valori soglia, con un capitolo dedicato ai rapporti con i privati accreditati.

“Il sistema sanitario della Regione Molise, nonostante i cospicui aiuti finanziari dello Stato e delle altre Regioni, continua a registrare rilevanti disavanzi annuali,conseguenti alla gestione di competenza dei soggetti pubblici operanti nel settore”. E’ quanto si legge nella sintesi della Relazione di accompagnamento.

In particolare, osserva la Corte dei Conti, ancora nel 2021 il bilancio dell’Asrem “ha registrato ingenti perdite di esercizio e un disequilibrio finanziario della gestione, dovuto anche al ritardo con cui è stato approvato il Programma Operativo 2019-2021, cui sono rimesse le linee guida da adottare per il perseguimento del riequilibrio economico e finanziario del sistema. Il risultato di esercizio 2021 dell’Asrem ha registrato una perdita di 54.249.796,64 euro, in crescita rispetto all’esercizio precedente, conseguente in primo luogo a un saldo negativo tra il valore della produzione e i costi della produzione. Il grave risultato negativo di esercizio è stato accertato pur avendo l’Azienda beneficiato, anche nel 2021, del mancato accantonamento per rischi dell’importo di 39,6 milioni di euro, in relazione al debito da restituzione dei contributi già richiamato (che nel 2019 aveva pesato sui conti dell’Azienda)”.

Criticità sono state evidenziate dalla magistratura contabile anche sul mantenimento dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). “Per il Molise – si legge sempre nella Relazione – anche l’indice in esame risulta negativo. Infatti, il punteggio complessivo di cui alla Griglia Lea 2019, ultimo dato disponibile, risulta pari a 150, collocando la Regione al di sotto della soglia di adempienza (maggiore o uguale a 160 o compreso tra 140-160 con nessun indicatore critico), e in netto peggioramento rispetto al 2018″.

Il limite di indebitamento appare formalmente rispettato dalla Regione Molise – evidenzia tuttavia la Corte dei conti e la consistenza dei debiti 2021 diminuisce rispetto al 31 dicembre 2020 di euro 21.049.350,08, ovvero del 4,16% (da euro 505.480.168,07 a euro 484.430.817,99). Inoltre, nel 2021 la Regione ha rinegoziato un mutuo con Cassa depositi e prestiti, stipulato nel 2008.

Il limite di indebitamento appare formalmente rispettato dalla Regione Molise – evidenzia tuttavia la Corte dei conti e la consistenza dei debiti 2021 diminuisce rispetto al 31 dicembre 2020 di euro 21.049.350,08, ovvero del 4,16% (da euro 505.480.168,07 a euro 484.430.817,99). Inoltre, nel 2021 la Regione ha rinegoziato un mutuo con Cassa depositi e prestiti, stipulato nel 2008.

Quindi la conclusione sui rilievi evidenziati. “Così come verificato per l’esercizio 2020, sono emersi debiti fuori bilancio non riconosciuti – ha evidenziato la Corte dei conti – taluni impegni di spesa sono stati autorizzati e contabilizzati in tempi successivi non solo alla costituzione del rapporto giuridicamente rilevante, ma anche all’esecuzione delle relative prestazioni contrattuali, come fra l’altro nel caso dei pagamenti riferiti al contratto di servizio pubblico ferroviario tra la Regione Molise e la società Trenitalia. In altri casi è stato riscontrato che l’impegno di spesa è stato registrato in bilancio in un momento successivo al perfezionarsi dell’obbligazione. La ricorrente prassi della Regione Molise di imputare impegni di spesa e pagamenti cumulativamente a vari capitoli di bilancio o a esercizi successivi a quello di competenza, inoltre, inficia la veridicità dei rendiconti finanziari relativi agli esercizi considerati”.

“Con riferimento alle agevolazioni per supportare le imprese e favorire la ripresa produttiva – si legge nel giudizio di parificazione – al momento della stipula delle singole concessioni in favore dei beneficiari dei contributi, l’Ente regionale avrebbe dovuto costituire dei sub-impegni, ciascuno dei quali riferito al singolo contributo concesso con indicazione di tutti gli elementi costitutivi dell’obbligazione n conclusione. In conclusione si può affermare che, a distanza di un decennio dalla riforma dei principi contabili introdotti dal D. Lgs. n. 118/2011, la Regione Molise continua ad avere una forte resistenza alla piena e corretta applicazione dei principi contabili in materia di armonizzazione dei bilanci, con conseguente vulnus ai principi di veridicità, attendibilità e correttezza dei bilanci dell’Ente”.

C.S.