L’epilogo andrà in scena nel suggestivo teatro del Lusail Stadium domenica pomeriggio alle 16


di Matteo Mongiello

QATAR. L’epilogo che andrà in scena nel suggestivo teatro del Lusail Stadium domenica pomeriggio alle 16 può rappresentare la definitiva consacrazione di Lionel Messi -all’ultima apparizione nella consegna iridata-o il passaggio di consegne delle chiavi del calcio mondiale dalla “Pulce” al baby fenomeno Kylian Mbappe.

La sfida tra l’albiceleste e “les blues” non è soltanto racchiusa nei 90 minuti – o chissà 120- di domenica ma rappresenta un vero e proprio scontro tra talenti cristallini ormai da generazioni: chiunque abbia guardato le gesta negli anni di queste due nazionali non può non essere rimasto ammaliato dalla classe sopraffina di “Zizou” Zidane e di “Le Roi” Michel Platini o dall’immensità dell’indimenticato Diego Armando Maradona.

I confronti tra le due squadre sono solamente tre con due particolarmente datati : quello di Uruguay 1930 vinto 1-0 dall’Argentina nei gironi prima di cadere nell’appuntamento finale con i padroni di casa e quello del 1978 vinto sempre dall’albiceleste che riuscirà a cucire davanti al proprio pubblico la prima stella al termine della competizione in finale con l’Olanda. Molto più recente l’ultimo precedente alla Kazan Arena a Russia 2018 che vide trionfare i “galletti” in un pirotecnico 4-3 con Mbappe mattatore del match impedendo a Messi e compagni di fermare la squadra di Deschamps ,attuale campione in carica.

IL PERCORSO DELLE SQUADRE. Il cammino dell’Argentina è partito in salita dopo la sorprendente sconfitta all’esordio contro l’Arabia Saudita che ha ridimensionato totalmente le ambizioni della squadra di Scaloni passata dopo solo un match da papabile vincitrice a squadra da ritrovarsi e possibile delusione del torneo; ma mai come in questo caso il detto “quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare” è stato messo in atto dal capitano Lionel Messi che da uomo in missione ha prima deciso la sfida con il Messico qualificando l’albiceleste in testa al girone e poi ha letteralmente dominato le sfide con Australia e Olanda prima di vivere una “di quelle notti” in semifinale affiancato da Julian Alvarez in versione “Robin” facendo andare fuori di testa il miglior difensore della competizione (Gvardiol) ,superando tutti i record e balzando in testa alla classifica capocannonieri con cinque segnature e tre assistenze regalandosi una seconda possibilità dopo la delusione del 2014.

Tutt’altro impatto su Qatar 2022 lo ha avuto la nazionale transalpina capace di attivare la modalità schiacciasassi sin da subito archiviando la questione primo posto in due gare battendo Australia e Danimarca prima di regalare una vittoria storica alla Tunisia in una partita dal valore quasi nullo; nelle gare ad eliminazione diretta la pratica Polonia è chiusa dalla coppia Mbappe-Giroud -la seconda più prolifica nella storia dei mondiali-mentre la grande squadra capace di soffrire e affondare il colpo si è dimostrata nello scontro tra titani con l’Inghilterra vinto per 2-1 senza brillare grazie anche allo sfortunato errore dagli undici metri di Harry Kane che ha condannato i Tre Leoni e portato i “galletti” tra le prime quattro del mondo e la semifinale di mercoledì sera vinta con il Marocco ha regalato l’opportunità a capitan Lloris di diventare il primo ad alzare la coppa per due volte consecutive.

LE CHIAVI DEL MATCH. Che il sottile filo dell’equilibrio possa essere spezzato da una giocata dei due con maggior talento – Messi e Mbappe-è ampiamente scontato quindi l’analisi è concentrata più su quei giocatori capaci di far vincere la partita con il perfezionamento dei dettagli; in mezzo al campo la battaglia più affascinante verrà combattuta da due guerrieri dai “piedi d’oro” che incarnano l’anima delle squadre : da un lato una vecchia conoscenza del calcio italiano come Rodrigo De Paul -elemento imprescindibile di Scaloni e vera e propria guardia del corpo di Leo Messi-capace di smistare oltre 90 palloni a match di media e incarnare alla perfezione la figura del collante richiesto dall’allenatore più giovane del mondiale; dall’altro Antoine Griezmann: “le Petit Diable” è l’immagine del sacrificio fatta a giocatore e l’unico trequartista capace di brillare da interditore (oltre sei palloni di media recuperati) e allo stesso tempo creare il maggior numero di grandi occasioni e passaggi chiave (primo in entrambe le classifiche), lavoro perfetto per permettere a Deschamps di schierare ben quattro bocche da fuoco dalla trequarti in su.

Un altro scontro dal sapore “Italiano” sarà combattuto sulla fascia pronta ad essere arata alla velocità della luce da due esterni con il vizio del gol (entrambi a segno) come Theo Hernandez e Nahuel Molina ,più dediti ad offendere che a difendere ma sempre pronti a dare una mano alla retroguardia difensiva e sempre ultimi a mollare in marcatura.

La possibilità di raggiungere il dio argentino per eccellenza di Messi e creare un distacco nella corsa al migliore di tutti i tempi con il rivale di sempre Cristiano Ronaldo, il sogno di un ragazzo francese di soli 23 anni di aggiungere per primo in bacheca due mondiali alla sua età, lo scontro generazionale tra Julian Alvarez e Olivier Giroud-il futuro del calcio e colui che ha già ampiamente scritto la storia di questo sport-Tutto questo e molto  altro è Argentina-Francia e la corsa alla terza stella è finalmente giunta all’epilogo più affascinante.