CAMPOBASSO. Ridurre i tempi del processo, con il rischio però di ridurre le garanzie per i cittadini che chiedono giustizia.
Questo il possibile timore espresso dagli Ordini degli avvocati e dal Consiglio nazionale forense, in merito all’applicazione della Riforma Cartabia, di cui si è parlato oggi a Campobasso nel convegno della ‘Giornata sulla riforma della giustizia’, organizzato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Campobasso, con la partecipazione della Camera Penale di Campobasso, Camera Civile di Campobasso, Aiga, Anf Campobasso e Ondif Campobasso.
Aspetti sollevati dalla presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi e dal vice presidente Francesco Greco, presenti oggi alla doppia tavola rotonda, prima quella sul processo civile, poi quella sul processo penale, ospitate nell’aula magna del Convitto ‘Mario Pagano’, entrambe moderate dalla giornalista de ‘Il dubbio’ Valentina Angela Stella.
Presenti anche il coordinatore dell’organismo Congressuale Forense, Mario Scialla, il presidente dell’Unione Camere Civili Italiane, Antonio De Notaristefani e il presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, Gian Domenico Caiazza, oltre ai presidenti della Associazioni Forensi maggiormente rappresentative a livello nazionale.
Gli Ordini degli avvocati e il nazionale forense si sono da sempre battuti per una riforma organica e pragmatica della giustizia, con l’obiettivo di coniugare i tempi ragionevoli con la qualità della giustizia. Obiettivi che si scontrano con la carenza di magistrati e di personale di cancelleria, come è stato più volte ricordato durante il dibattito.
Come ha chiarito Maria Masi, sul testo di riforma del processo civile il Governo “è intervenuto quasi unicamente con modifiche al Codice e alla procedura, configurando un regime di preclusioni, sebbene affievolito, per i difensori e alimentando ‘filtri’ che di fatto limitano il diritto di accesso alla giustizia dei cittadini”. In particolare “il diritto alla difesa”.
“Il processo non deve essere solo celere, deve essere anche giusto”, ha precisato in merito il vice presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco”.
Aspetti a cui si aggiungono quelli relativi alla possibile entrata in vigore anticipata della riforma del processo civile, al 28 febbraio 2023 invece che al 30 giugno 2023, con un emendamento alla Legge di bilancio, su cui c’è da segnalare la posizione ufficiale della presidente Masi e del coordinatore dell’Ocf Mario Scialla.
“La decisione suscita sconcerto – hanno evidenziato Masi e Scialla – L’emendamento, con l’anticipazione delle principali novità del rito civile, stride peraltro con la decisione di posticipare, invece, la riforma del processo penale e soprattutto appare del tutto irragionevole e disfunzionale visto il caos in cui getterà cancellerie, magistrati e avvocati”.
Al convegno ha fatto seguito la cerimonia per la Consegna di una Toga d’onore e alla ‘Consegna delle Medaglie d’Oro’ agli Avvocati che hanno raggiunto i 40 anni di professione.
C.S.
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