In carcere un 37enne, considerato a capo dell’organizzazione. Altri 5 pusher sono ai domiciliari. Per due indagati è scattato l’obbligo di dimora. GUARDA IL VIDEO
di Deborah Di Vincenzo
ISERNIA. Fiumi di cocaina, ma anche altri tipi di droga, che da Roma arrivavano in Molise per rifornire le piazze del capoluogo pentro e della provincia. La Squadra Mobile di Isernia, coordinata dalla Procura, ha smantellato un vasto giro di spaccio nel corso della maxi operazione che è scattata al termine di un’articolata indagine andata avanti per due anni. Otto le persone finite nella rete della Polizia, tutte colpite dalle misure cautelari emesse dal gip che ha accolto le richieste della Procura.
I dettagli sono stati illustrati nel corso della conferenza stampa che si è tenuta in Procura. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il procuratore Carlo Fucci, insieme al questore Vincenzo Macri e al dirigente Squadra Mobile, il commissario capo Gianluca Vesce.

GLI INDAGATI. In carcere, a Roma, è finito un 37enne isernino, ritenuto dagli inquirenti a capo del sodalizio criminale. Le indagini hanno accertato che si approvvigionava di significativi quantitativi di cocaina e derivati della cannabis prevalentemente nella capitale, del valore di decine di migliaia di euro per singola fornitura, e li smerciava, direttamente o tramite il contributo degli altri indagati, nella provincia di Isernia.
Nei confronti di altri cinque pusher è stata invece disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre per altri due è scattato l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Questi ultimi, tutti residenti tra Isernia ed i comuni limitrofi, ricevevano abitualmente stupefacenti dal 37enne e poi li distribuivano ai loro clienti ‘al dettaglio’, rendendo la quota di proventi a lui spettante quale fornitore.
LE INDAGINI. Le indagini, coordinate dal procuratore Fucci e dirette dal sostituto assegnatario del fascicolo, sono state condotte, meticolosamente e con professionalità, dalla Squadra Mobile per diversi mesi mediante una intensa attività di intercettazione telefonica ed ambientale. Microspie sono state piazzate nell’auto che il 37enne usava per il trasporto della droga e la raccolta dei profitti presso i rivenditori al dettaglio. Successivamente sono state suffragate da sequestri di stupefacente e dalle dichiarazioni degli assuntori. La maggior parte di loro ha confermato l’ipotesi investigativa e fornito un decisivo contributo alle indagini, supportando le richieste delle misure cautelari e di quella reale adottate.
I CLIENTI. Una sessantina quelli identificati e tutti molto giovani. In molti casi si tratta di abituali consumatori di stupefacenti che hanno riferito di aver acquistato, nel corso degli anni, dal 37enne o dai suoi ‘collaboratori’ ingenti quantità di sostanze: uno di loro, in particolare, ha ammesso di aver acquistato nel corso degli anni fino a 50.000 euro di cocaina, a comprova della radicata e proficua attività criminale portata avanti dagli indagati.
IL GIRO D’AFFARI. Nei confronti del 37enne il gip, su richiesta della Procura, ha disposto anche il sequestro preventivo di circa 70mila euro di beni di valore equivalente, in corso di rintraccio, individuati quale parte degli ingenti profitti del reato accumulati grazie alle sue illecite attività.
I VIDEO CHE INCHIODANO I PUSHER
Nel corso delle indagini, difatti, lo spacciatore oltre a parlare apertamente del valore dello stupefacente smerciato e dei suoi ricchi introiti, risultava avere sempre nella sua disponibilità ingenti somme di denaro, spesso direttamente osservate nel corso delle intercettazioni ambientali nelle mani sue o dei suoi collaboratori mentre questi procedevano al conteggio del danaro raccolto. “Tra le intercettazioni con valore probatorio circa la provenienza illecita del denaro di cui disponeva, inoltre – ha spiegato il procuratore Fucci – è emersa la preoccupazione del giovane rispetto alle ipotesi di riduzione ulteriore della circolazione del denaro contante per le difficoltà di occultare e ripulire tali ingenti profitti nonché di giustificarne il possesso nel caso di scoperta degli stessi da parte delle forze dell’ordine”.
In realtà, nei confronti del 37enne già nel corso delle indagini vennero sequestrati circa 6000 euro, appena ricevuti a fronte di precedenti cessioni di stupefacenti e che questi aveva con sé a bordo della propria auto al momento del controllo stradale, che invano ha provato successivamente a giustificare come di proprietà del padre.
Tutti gli indagati nei prossimi giorni avranno la possibilità di conoscere gli elementi di prova a loro carico e di sottoporsi ad interrogatorio da parte del gip e del pm “al fine di rappresentare elementi a loro difesa – sottolinea infine la Procura – e rivendicare la propria innocenza la quale, si rammenta, è sempre presunta sino alla definitività dell’eventuale condanna”.