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L’incornata del Toro

Per decidere il “derby della Madonnina” numero centosettantotto basta il settimo gol di Lautaro Martinez da neocampione del mondo


di Matteo Mongiello

MILANO. Per decidere il “derby della Madonnina” numero centosettantotto basta il settimo gol di Lautaro Martinez da neocampione del mondo, che fa sprofondare la squadra di Stefano Pioli, oramai da un mese senza vittorie.

Per la stracittadina milanese Simone Inzaghi si affida allo stesso undici che ha sconfitto a domicilio i campioni d’italia a Riyadh appena due settimane fa, potendo però contare sul fondamentale rientro di Brozovic dalla “panca”, assente in occasione della Supercoppa vinta dai nerazzurri.

Per ritrovare punti vitali per la corsa Champions il Milan invece si affida ad una totale rivoluzione con un passaggio alla difesa a tre con l’aggiunta di Gabbia e con la sorprendente esclusione di Rafael Leao-sempre più al centro di rumor legati alla delicata situazione contrattuale- ai danni di Divock Origi con l’arretramento nei panni di mezzala di Junior Messias formando cosi un 3-5-2 a specchio rispetto a quello dei cugini.

Il derby non si fa attendere e si accende subito – grazie anche all’atmosfera creata da gli oltre 75000 spettatori con le rispettive coreografie – con una super occasione tra i piedi di Martinez che scalda però i guanti di Ciprian Tatarusanu da pochi metri – molto abile a chiudere lo specchio e a mandare in calcio d’angolo il pallone.

Dopo pochi minuti è sempre il neo capitano dell’Inter a rendersi pericoloso nell’area di rigore rossonera con un taglio che anticipa Kjaer seguito da un colpo di testa che sfiora di pochi centimetri il gol.

Il primo tempo è un totale monologo a tinte nerazzurre con lo scontro tra l’attaccante argentino e l’estremo difensore a fare da protagonista ed è proprio da questo duello che nasce il gol partita: al terzo tentativo (minuto 34)  il “Toro di Bahia Blanca” riesce a bucare -sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto alla perfezione dal grande ex Calhanoglu- le mani dell’ex Fiorentina e la rete di San Siro-scatenando la bolgia del Meazza e riuscendo a portare i suoi all’intervallo avanti di una segnatura.

La seconda frazione non sembra presentare una trama diversa dalla prima quando al 55′ sempre Lautaro-in stato di grazia e vero condottiero della sua Inter dopo essersi laureato campione del mondo a Dicembre- costringe Tatarusanu agli straordinari su una conclusione da posizione defilata.

Per suonare la sveglia in casa diavolo bisogna aspettare il minuto 54 quando ad entrare in campo sono Saelemaekers e soprattutto Rafael Leao ritornando così-con Brahim Diaz entrato a inizio ripresa-a “vestire” il 4-2-3-1 classico per tentare di riacciuffare un derby fino a quel momento saldamente nelle mani dell’Inter.

Il gioiellino portoghese sembra però non essere entrato nel clima derby non riuscendo mai a creare enormi grattacapi alla retroguardia dell’Inter e mostrandosi più volte nervoso con una serie di falli che li costano anche il giallo a pochi minuti dal suo ingresso.

Per vedere Onana in azione bisogna aspettare il settantaquattresimo quando compie l’unico intervento del suo match con una semplice parata su un tiro dal limite dell’area di Brahim Diaz,la sola vera occasione capitata tra i piedi dei Rossoneri, davvero troppo poco per una squadra che necessita di un riscatto il più presto possibile

L’Inter nella parte finale amministra il risultato-seppur con qualche brivido ed errore specialmente di un meno lucido Barella dettati dall’aumento del pressing voluto da Pioli per acciuffare in extremis il risultato- e va vicino al raddoppio prima con il solito Lautaro che viene pescato al di là della linea difensiva per questione di millimetri dal  nuovo fuorigioco semiautomatico e poi con Lukaku allo scadere che vede bloccarsi l’urlo liberatorio in gola poiché reo di aver strattonato il neo entrato Thiaw qualche istante prima di concludere a rete.

Tutto ciò cambia poco nella sostanza poiché allo scadere dei sei di recupero assegnati dal direttore di gara Massa può partire il tripudio nerazzurro a San Siro con l’Inter che riesce a mantenere accese le flebili speranze scudetto e allo stesso tempo a tenere a “distanza di sicurezza” i cugini per la corsa a un posto nell’elite d’Europa.

L’emorragia del diavolo sembra non voler cessare e neanche il cambio modulo ha riportato il Milan quanto meno a presentare nuovamente un’identità e ora la posizione di Stefano Pioli sembra vacillare sempre di più, sopratutto dati i segnali che mostrano come l’allenatore campione d’Italia in carica sembra non avere più il totale controllo del suo spogliatoio.

Se la corsa allo scudetto presenta un solo partecipante ormai in fuga per la vittoria lo stesso non si può dire della corsa champions dove a determinare l’accesso alla competizione saranno sicuramente gli scontri diretti e se il Milan vorrà strappare un pass dovrà dimostrarsi quanto più possibile vicina alla favola dello scudetto piuttosto che ad una copia sbiadita come si è dimostrata in questo primo mese del 2023.

Pietro

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