Una vicenda processuale lunga dieci anni: l’uomo aveva vissuto in completa povertà fino alla morte, avvenuta nel 2013, ma aveva conti in diverse banche e immobili per oltre 3,5 milioni di euro. Un medico aveva tentato con l’inganno di accaparrarsi il ‘bottino’, ma è intervenuta la giustizia civile


VENEZIA. Dopo 10 anni, 3 gradi di giudizio penale e altrettanti in sede civile l’eredità milionaria dell’eccentrico povero-ricco Guido Ricci, bellunese di fatto, nato a Venezia il 14 giugno 1936 e discendente di un’antica famiglia locale, è ora nelle mani dei legittimi eredi. L’anziano, che ha vissuto in completa povertà fino alla morte avvenuta nel 2013, in realtà aveva conti in diverse banche e immobili per un valore attuale stimato di 3,5 milioni. Era proprietario ad esempio dei locali della Gelateria Bar Maleti del Lido di Venezia, comune in cui ci sono altri 6 immobili uno dei quali con rendita catastale di oltre 4mila euro. Poi la villa a Sospirolo, nel Bellunese, con rendita catastale di 1200 euro e altri terreni in quel comune, l’appartamento di Belluno.

La Sezione seconda civile della Corte di Cassazione ha respinto l’ennesimo ricorso del medico bellunese, radiato da anni, Maurizio Guglielmo, 65 anni. Guglielmo era riuscito a far firmare a Ricci, ormai fragile e con decadute facoltà psichiche, un testamento con cui lo nominava erede universale. Tutto inizia nel 2012, quando Guglielmo, che allora lavorava al pronto soccorso di Feltre, venne anche arrestato per circonvenzione di incapace. Guido Ricci, che all’epoca aveva 76 anni ed era ancora in vita, viene sentito in incidente probatorio dal gip di Belluno per capire le ragioni della firma di quel documento che nominava il medico erede universale. “È venuto con un foglio – aveva raccontato Ricci, come riporta Il Messaggero – con questo qua, e mi ha fatto scrivere lui scrivi senza dire niente, e mi ha fatto firmare E mi ha dettato lui e mi ha fatto scrivere e mi ha fatto anche far la firma sotto”. Il piano, architettato da Guglialmo, è stato sventato al fotofinish dalla Procura e dal tribunale di Belluno. Il medico è stato quindi condannato e ha scontato 5 anni e 4 mesi di reclusione per circonvenzione di incapace, ma ha continuato a ricorrere in sede civile. Proprio in questi giorni è stata pubblicata l’ordinanza della Cassazione, a cui si era rivolto Guglielmo, lamentando una serie di motivi tra i quali l’estensione dell’efficacia del giudizio penale a quello civile. La Suprema Corte respinge i motivi sottolineando che “è stata tratta la conclusione della nullità delle schede testamentarie stante l’avvenuto accertamento della commissione del reato di circonvenzione di incapace posto in essere dal ricorrente in danno del Ricci, proprio in occasione della redazione di tali atti”. Viene quindi dichiarato inammissibile il ricorso sulla sentenza civile.

Guglielmo è stato condannato ad altre 20mila euro di spese legali. Il patrimonio di Ricci ora verrà diviso tra i discendenti legittimi: 4 parenti di quinto grado. Tra questi il veneziano Daulo Foscolo, che è deceduto nel corso del processo (per lui ora la moglie Annamaria Cappellin e i due figli con l’avvocato Cristiano Alessandri di Venezia). Poi Antonio Fanna di Villorba, Treviso, (con l’avvocato Maria Lucia Pavan di Treviso).