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Visita istituzionale, Paola Matteo incontra il direttore del carcere di Larino

Il garante dei diritti ha approfondito le tematiche più urgenti riguardanti la casa circondariale della cittadina bassomolisana


LARINO. Visita al carcere di Larino per il Garante regionale dei diritti della persona, Paola Matteo. Ad accoglierla il direttore dell’istituto Antonella De Paola insieme ai vertici della Polizia penitenziaria e dell’area educativa.  

Un confronto proficuo sulle tematiche più urgenti riguardanti la casa circondariale della cittadina bassomolisana. Sono 146 i detenuti reclusi nel carcere di Larino, che contempla al proprio interno una sezione per detenuti Alta Sicurezza.  

“La caratteristica del carcere di Larino – ha spiegato Paola Matteo – è il fatto di essere una struttura aperta con spazi educativi, all’interno dei quali si portano avanti diversi progetti. Di rilevante importanza è la convenzione con l’Università degli Studi del Molise e la possibilità di seguire i percorsi di studi degli Istituti Scolastici dell’Alberghiero e dell’Agrario. Questo pone il carcere di Larino quale struttura altamente scolarizzata, tesa, grazie alle competenze che si acquisiscono, a porre le basi per il recupero sociale, la rieducazione del detenuto e la possibilità di avere la necessaria preparazione per trovare lavoro una volta fuori dalla realtà carceraria”.  

“Abbiamo evidenziato, nel corso dell’incontro, anche un altro aspetto particolarmente sentito all’interno del sistema carcerario, relativo alla mancanza di medici e personale sanitario – ha proseguito la Matteo – Nella casa circondariale di Larino sono presenti solo due medici, in mancanza dei quali occorre rivolgersi al servizio di Guardia Medica o del 118, con i relativi rischi e costi per assicurare la scorta quando il detenuto deve uscire dal carcere per le cure sanitarie. Questo è un problema per il quale occorre coinvolgere il Governo nazionale e regionale, affinché si arrivi alla risoluzione dell’annosa questione, che va di pari passo con la carenza del personale di Polizia Penitenziaria, i cui agenti svolgono un lavoro altamente usurante, acuito da un inidoneo numero di agenti all’interno delle carceri”. 

Giuliano

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