È accaduto in un istituto della Vallagarina, in Trentino. L’insegnante è intervenuto quando lo studente ha ricevuto una telefonata in aula. Il gesto ha scatenato la rabbia del genitore, che si è rivolto a uno studio legale: “Decisione Illegittima”


TRENTINO-ALTO ADIGE. Smarphone a scuola, torna ad infiammarsi la polemica dopo un recente caso di cronaca in Trentino. Il telefono di un alunno undicenne ha squillato durante la lezione di religione, interrompendo la spiegazione. Il docente ha sequestrato il cellulare. La decisione ha scatenato la rabbia del padre dello studente, che ha deciso di procedere per vie legali nei confronti del professore e della dirigente scolastica in qualità di rappresentante della scuola media dove si sono svolti i fatti.

Il genitore, intervistato dal quotidiano L’Adige, ha ammesso l’errore del figlio ma ha sostenuto che avrebbe meritato semplicemente una nota disciplinare o un richiamo. Sequestrare il telefono invece sarebbe una decisione “illegittima”.

“Le linee guida del ministero e il garante della privacy sostengono chiaramente che la scuola può proibire l’uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l’insegnante non può provvedere al sequestro”, ha dichiarato il padre del ragazzo. Dalla scuola non è invece arrivata nessuna dichiarazione.

COSA DICE LA NORMA. Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha diramato una circolare a firma del ministro Valditara in cui sono contenute le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi. “È confermato – si legge – il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007 […] “L’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.

Non è dunque consentito l’utilizzo del cellulare in classe, ma non è indicato specificamente come la scuola dovrebbe intervenire per far rispettare tale divieto. “Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità. Invitiamo peraltro le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi”.