Dai camerieri ai baristi, fino ai bagnini. Numerosi servizi a rischio
ROMA. A lanciare l’allarme, il mese scorso, la Confartigianato: piccole imprese in crisi a causa della mancanza di personale. Gli imprenditori – secondo i dati riportati dal Corriere della Sera – hanno avuto difficoltà a reperire 1.406.440 lavoratori, pari al 42,7 per cento delle assunzioni previste. Introvabili tecnici Ict, progettisti di software, ma anche autisti di camion, operai edili, elettricisti, meccanici, idraulici. Una penuria di profili professionali che nel mese di gennaio ha toccato le 229mila unità ed oltre, per quella che si configura come una vera e propria emergenza manodopera.
Tra le cause certamente il tipo di contrattazione, non sempre rispondente agli standard e dunque conveniente per i lavoratori, cui corrisponde un basso compenso.
Ma un nuovo allarme, per l’estate 2023, riguarda i bagnini. E qui stipendi bassi e scarse tutele non sarebbero il reale problema.
Per Stefano Battistoni, titolare di uno stabilimento a Cesenatico e alla guida della Cooperativa che offre il servizio di salvataggio, il tema è culturale – si legge sul Corsera – Pesano le aspettative rispetto alle mansioni e il tempo da dedicare al mestiere. “I nostri bagnini o meglioi salvataggi in possesso del brevetto lavorano in cooperativa su più lidi con stipendi che vanno da 1.800 euro netti al mese per chi è alle prime armi a 3 mila per i senior. Ma è comunque difficile trovare persone disposte a lavorare. I nostri bagnini – prosegue Battistoni – lavorano su 40 ore ordinarie con fino a 8 ore di straordinari. E il giorno di riposo è un obbligo di legge. Mancano però i candidati che devono comunque formarsi seguendo corsi specifici trimestrali. Una formazione che può costare fino a 350 euro, a fronte di un lavoro considerato umile con forti responsabilità. Insomma, il gioco non varrebbe la candela!