HomeEVIDENZADisturbi alimentari, Molise unica regione senza strutture residenziali dedicate

Disturbi alimentari, Molise unica regione senza strutture residenziali dedicate

Attivi comunque percorsi e sportelli per il trattamento delle patologie connesse all’alimentazione e alla salute mentale. La notizia nella giornata nazionale dedicata al tema, nel corso della quale si è concluso anche il seminario promosso dall’Omceo


CAMPOBASSO/ISERNIA. I disturbi del comportamento alimentare sono entrati nel 2021 nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, ossia in quelle prestazioni che il servizio sanitario deve offrire in maniera gratuita ai cittadini e in maniera uniforme sul territorio nazionale, ma ad oggi, con un giovane su 5 che soffre di tali disturbi, solo 4 regioni su 21 arrivano a più di 5 strutture di assistenza per Dca e una, il Molise, non ne ha nessuna. Anche perché il Pos (programma operativo) fermo al palo, non ha consentito – pur volendo, suggeriscono fonti vicine alla struttura commissariale – interventi in tal senso, seppur previsti.

La notizia – riferita dallo spazio di informazione Torcha – ha trovato altresì conferma nel seminario promosso dal Omceo, in occasione della giornata nazionale del fiocchetto lilla, di scena nell’aula magna dell’Università di Campobasso. Iniziativa realizzata con la collaborazione attiva dell’OPI (Ordine delle professioni infermieristiche), dell’Ordine degli Psicologi e degli Assistenti sociali.

Presenti all’iniziativa le professioniste del Centro di Salute Mentale del capoluogo, Giulia Falcone ed Emiliana Bonanni, che hanno illustrato la quotidianità di un presidio Asrem, che accoglie i pazienti affetti da ‘dan’ offrendo loro un secondo livello di cura (come da modello del ministero della salute) attraverso un lavoro di équipe (psichiatra, psicologa, infermiere, terp, nutrizionista). Dopo una prima valutazione, in base alla gravità della patologia, – hanno spiegato nella circostanza, stando a quanto riporta una nota dell’Oridne dei medici – si valuta la presa in carico ambulatoriale o il percorso residenziale (fuori regione per assenza di strutture dedicate in Molise) o addirittura un ricovero ospedaliero se il caso è grave. Nella circostanza sono stati approfonditi temi di carattere scientifico, ma anche necessità ed urgenze legate al trattamento. Formazione specifica, risposte in termini di ospedalizzazione, approccio multidisciplinare, sostegno alle famiglie che combattono, lavoro di rete con e tra le istituzioni: tutte risposte da mettere a punto in un territorio, il Molise, che non è ancora in grado di fornire spazi e persone a sufficienza alle tante ragazze e i tanti ragazzi che cadono nella rete di queste patologie.

Ospite il dottor Leonardo Mendolicchio, che ha creato la rete Food For Mind in Italia, di cui è presente un progetto a Campobasso, e che ha sostenuto quando sia importante non mollare nella ricerca di strumenti e nella sensibilizzazione. E grazie a questo progetto realizzato da Food For Mind (che in Molise fa capo alla dottoressa Luigia Primiani) con il Comune di Campobasso molte famiglie oggi anno uno spazio di ascolto per tirare fuori il loro disagio e a trovare qualcuno pronto a supportarle e ad orientarle, ma c’è ancora tanto sommerso.

La strada è lunga, ma dei passi avanti sono certamente stati compiuti. Ed ecco che la Commissione Pari Opportunità dell’OMCeO Campobasso, guidata da Antonella Giordano, ha annunciato che non si fermerà e continuerà a creare situazioni di incontro e di confronto, di sollecitazione delle istituzioni e di ricerca di strategie, capaci di sfociare in azioni concrete.

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