Pagamento fatture, Campobasso tra i capoluoghi che non rispettano il tetto massimo dei 30 giorni

Il dato emerge da una ricerca di Centro Studi Enti Locali per Adnkronos

CAMPOBASSO. Sono otto su venti capoluoghi che nel 2022 hanno superato il limite massimo dei 30 giorni entro il quale devono essere saldati i debiti commerciali. E tra questi c’è Campobasso. Il dato emerge da una ricerca di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, che ha analizzato gli indici di tempestività dei pagamenti pubblicati sui siti istituzionali delle città capoluogo di regione italiane per vedere quante siano riuscite a pagare i propri debiti commerciali entro il limite massimo consentito dalla norma di riferimento, il dlgs n. 231/2002.

Il decreto prevede infatti che i debiti commerciali debbano essere saldati entro 30 giorni dalla data di ricevimento della fattura o richiesta di pagamento. In casi particolari, possono essere siglati specifici accordi che estendono questo limite fino a 60 giorni.

Un risultato in linea con quello dell’anno precedente, in cui a sforare erano stati esattamente gli stessi otto enti. Insieme a Campobasso figurano L’Aquila, Potenza, Catanzaro, Napoli, Roma,  Palermo e Perugia.

Sebbene globalmente il numero di enti ‘in fallo’ sia rimasto invariato, riferisce l’Adnkronos, complessivamente la maggior parte delle città ha migliorato il proprio indice di tempestività dei pagamenti rispetto all’anno precedente.

Mediamente i tempi si sono accorciati di circa otto giorni. Il balzo in avanti più deciso è stato quello compiuto da Torino, che ha chiuso l’anno scorso con una diminuzione di quasi due mesi, arrivando a pagare mediamente a 17 giorni contro i 76 dell’anno precedente.