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Decreto Lavoro, Fanelli: “Un pugno nello stomaco che cancella i poveri e stabilizza il precariato”

Critica la posizione della capogruppo Pd in Consiglio regionale in merito all’atto del Governo Meloni


CAMPOBASSO. “Il decreto Lavoro del Governo Meloni, con uno spietato colpo di mano, mette al bando il concetto di equità e tutela il precariato”. Così la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Micaela Fanelli.

“Il testo su cui il Consiglio dei ministri ha trovato l’intesa il 1° maggio, giornata simbolo dei diritti del lavoro – sottolinea – è un pugno nello stomaco che mortifica la povertà e apre la strada alle insicurezze e alla mancata salvaguardia dei lavoratori. E la discontinuità, tanto sbandierata dal centrodestra, avviene sulla pelle degli italiani, dei cittadini e delle cittadine, delle famiglie che non ce la fanno a tirare avanti e di tutti i poveri di cui questo Governo si è volutamente dimenticato.

Il reddito di inclusione per i nuclei con disabili, minori e over 60, infatti, cancella definitivamente una parte di popolazione in difficoltà economica che non rientra in tali categorie. Persone che resteranno senza aiuto per sopravvivere in un Paese in cui addirittura una persona su 4 è a rischio povertà ed esclusione sociale.

Invece di attuare interventi in favore della presa in carico e della gestione da parte della collettività dei percettori del reddito, ponendo al centro seri percorsi di riqualificazione, il centrodestra al Governo opta per la strada più breve, ma anche per la più drammatica.

Quale? Quella che cancella la stessa povertà non dandole la possibilità di poter essere nemmeno inclusa nelle fattispecie contemplata nel DL. Un testo dove però viene legittimato il precariato, grazie a un allentamento sulla stretta dei contratti a termine che introducono nuove causali per proroga o rinnovo. E lo stesso taglio del cuneo fiscale su cui si dichiara il ‘successo storico’ altro non è che una farsa per la quale il piccolo aumento in busta paga non produrrà macro effetti positivi sull’impennata dell’inflazione che flagella le famiglie italiane.

Ancora una volta si taglia sulla pelle dei poveri e si avvantaggiano i ricchi attraverso la stessa logica e con la stessa energia con la quale il centrodestra ha partorito la vergognosa riforma dell’autonomia differenziata.

Provare a cancellare per sempre i diritti di alcuni è il volto terribile dell’ideologia che si cela dietro una politica sempre più di “destra-destra”. Una politica che distrugge invece di costruire. In Italia come in Molise da ben cinque anni a questa parte. Una regione – sottolinea infine – da cui può e deve partire un segnale per tutto il Paese”.

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