Eletto all’unanimità dal Consiglio Regionale riunitosi il 16 maggio presso la Casa della Cooperazione a Campobasso


CAMPOBASSO. Riccardo Terriaca, cooperatore del settore agricolo, segretario generale della più rappresentativa associazione nazionale del settore apistico, Miele in Cooperativa, è il nuovo Presidente di Confcooperative Molise.

E’ stato eletto all’unanimità dal Consiglio Regionale riunitosi il 16 maggio presso la Casa della Cooperazione a Campobasso, alla presenza del Direttore Generale della più importante centrale cooperativa italiana, la dottoressa Fabiola Di Loreto.

Terriaca subentra al Cav. Domenico Calleo che è rimasto alla guida dell’organizzazione per 17 anni, accompagnando con equilibrio e serietà, la rappresentanza cooperativa nel passaggio da un associazionismo ideologico ad un associazionismo di servizio.

Grazie all’impegno di Calleo ed al lavoro svolto dal vicepresidente e direttore della società di servizi, Carmela Colozza, – si legge in una nota stampa – Confcooperative Molise oggi ha una squadra di professionisti in grado di rispondere a tutte le esigenze delle imprese cooperative in materia fiscale, amministrativa, di consulenza del lavoro, sul tema della progettazione e sviluppo e sull’accesso al credito.

“Confcooperative Molise è da sempre in prima linea per affermare l’importanza del modello cooperativo nel progetto di sviluppo futuro della nostra società – ha affermato il neo Presidente Terriaca – A maggior ragione in una Regione che si caratterizza per le piccole dimensioni, che molti definiscono una criticità, la valorizzazione, la promozione e lo sviluppo della cultura della aggregazione economica che mette al centro i bisogni della persona umana ed utilizza la finanza come strumento di crescita collettiva e non la rende un fine in sé, può trasformare i vincoli in straordinarie opportunità di sviluppo solidale. Questo vale per tutta la Regione ma, in particolare, per le aree interne, dove si registra un nuovo e preoccupante esodo che rischia di provocare danni, sociali, economici ed ambientali, irreversibili. In questi territori, l’unica risposta concreta che possiamo dare è di passare dalla teoria ai fatti, valorizzando ambiente e risorse 

umane, utilizzando i fondi disponibili (ingenti come non mai) in un progetto complessivo che sappia tutelare le singole autonomie identitarie in una logica di comunità che aggrega le risorse e socializza le difficoltà. In tal senso le cooperative possono offrire un contributo importante e sono pronte a darlo”.