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Nomine, l’attacco del M5s: “Vertici centrodestra a rischio processo”

La vicenda è quella relativa all’indicazione di Nico Eugenio Romagnuolo alla carica di commissario straordinario del Consorzio industriale di Campobasso-Bojano


CAMPOBASSO. Nomina di Nico Eugenio Romagnuolo alla carica di commissario straordinario del Consorzio industriale di Campobasso-Bojano, chiesto il processo per il presidente della Regione Donato Toma e per altri sei esponenti del centrodestra molisano: Vincenzo Cotugno, Nicola Cavaliere, Quintino Pallante, Michele Marone, Vincenzo Niro e Filomena Calenda.

“La notizia della richiesta di rinvio a giudizio per i vertici del centrodestra molisano lede l’immagine di una Regione che sembra aver dimenticato il valore delle competenze nei ruoli apicali”, queste le dichiarazioni fatte dai consiglieri regionali del M5s, che rimarcano che già nel 2021 avevano “denunciato l’illegittimità della nomina di Romagnuolo”.

Per il Movimento 5 Stelle Romagnuolo non poteva essere nominato al vertice del Consorzio, perché le norme in materia di inconferibilità e incompatibilità nelle pubbliche amministrazioni impediscono la nomina a commissario straordinario di un ente pubblico di livello regionale di chi, nei due anni precedenti, sia stato componente della Giunta o del Consiglio regionale che conferisce l’incarico.

“Ma al di là del dato tecnico e a prescindere da come proseguirà l’iter giudiziario – hanno affermato i consiglieri pentastellati – resta un tema politico enorme: il centrodestra utilizza le nomine per esigenze interne di coalizione e non per il bene comune. I fatti raccontano che il presidente di Regione in quota Forza Italia abbia nominato, con l’avallo della Giunta, un ex consigliere regionale di Forza Italia che non vantava alcuna competenza specifica nella gestione dei Consorzi industriali ma che, guarda caso, aveva da poco perso il posto in Consiglio con l’abrogazione della surroga”.

“Come abbiamo sempre detto, questo modo di fare rappresenta un danno più o meno diretto all’intera comunità. Perché anteponendo le logiche politiche al merito si rischia di consegnare i ruoli chiave della Regione nelle mani di persone che non hanno le competenze adeguate. E se un’istituzione manca di queste competenze, taglierà fuori le persone che meritano e sarà incapace di fornire le risposte giuste alla comunità.  Ecco perché ci siamo rivolti alla Procura e all’Autorità nazionale anticorruzione, esclusivamente per tutelare l’interesse delle cittadine e dei cittadini molisani.  Ed ecco perché – hanno concluso i Cinque stelle – oggi continuiamo a pretendere che le regole siano sempre rispettate e seguiamo con serenità il lavoro della magistratura”.

Carmen

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