CAMPOBASSO. Quasi allo scadere dei termini anche il centrosinistra si è presentato in Tribunale a Campobasso per depositare le liste pronte alla scalata a palazzo D’Aimmo per Gravina presidente della coalizione di centrosinistra.
“Il 25 aprile, data simbolica, – afferma il leader di Costruire Democrazia Massimo Romano – abbiamo lanciato un sasso nello stagno all’intero dell’area progressista alternativa al governo regionale uscente che ha deluso davvero tutti.
Costruire Democrazia è una lista di professionisti, medici insegnanti e imprenditori che si colloca a sostegno di Gravina presidente per cercare di cambiare le sorti della regione. Il nostro obiettivo è rappresentare un’area civica che possa testimoniare innanzitutto i temi del diritto alla salute. Rappresenteremo un presidio di legalità nel panorama politico regionale”.
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Non poteva mancare il segretario regionale del Pd, Vittorino Facciolla: “Abbiamo messo in campo una lista composta da 12 donne e 8 uomini, abbiamo dato il meglio di noi stessi, provando ad occupare ogni spazio territoriale con competenze e qualità. Siamo competitivi per giocarci bene la partita”. Sullo strappo, poi ricucito, con Art.1, afferma: “Solo normali fibrillazioni pre-elettorali”.
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Attesissimo, è arrivato in Tribunale solo a tempi scaduti il candidato presidente Roberto Gravina: “Giornate intense che oggi trovano una prima conclusione – commenta – C’è grande partecipazione e voglia di mettersi in gioco. Ora si apre la campagna elettorale. Il Molise ha la necessità innanzitutto di conservare se stesso. Questa è davvero l’ultima chiamata. Bisogna invertire la rotta, – il proposito – producendo ricchezza per la nostra regione”.
“Da un grande lavoro di ascolto e partecipazione svolto da tutti i rappresentanti dei partiti e movimenti appartenenti alla coalizione di centrosinistra sull’intero territorio regionale – ha aggiunto Gravina – è nata la nostra proposta che sottoponiamo ora al volere dei molisani, con fiducia e con la consapevolezza che ogni necessario confronto con i cittadini, le associazioni, le forze imprenditoriali ed economiche, le parti sociali, le amministrazioni territoriali e le istituzioni, deve essere un momento di condivisione reciproca di un progetto di sviluppo che coinvolge l’intera regione nel suo insieme, perché è insieme che i molisani vogliono vivere, lavorare e crescere.”
“Quello che abbiamo già potuto riscontrare dialogando e confrontandoci con la gente – ha sottolineato Gravina – è la grande voglia che i molisani hanno di partecipare non solo a una campagna elettorale, ma alla definizione di una profonda rinascita sociale, economica e culturale della nostra regione. In tanti, da quando siamo partiti, si sono avvicinati o riavvicinati alla dimensione politica che vuol dire anche sentirsi nuovamente coinvolti e responsabili, in prima persona, del presente e del futuro della nostra regione.
Questo, per la nostra coalizione di centrosinistra, rappresenta il valore democratico di riferimento, lo dobbiamo ai molisani che hanno la forza e la determinazione per ridare uno slancio programmatico al nostro territorio. Lo dico con cognizione di causa e soprattutto per fare chiarezza intorno ad alcuni luoghi comuni da campagna elettorale dei quali i molisani tutti, di qualunque pensiero politico, possono fare decisamente a meno. – ha rimarcato Gravina – E mi riferisco all’idea che si vuol far passare che solo con un governo di centrodestra regionale ci sarà una politica di aiuto al Molise da parte del governo nazionale. Ciò è fuori dalle logiche istituzionali, voglio ricordarlo a chi ne sta già facendo uno spot. Il Molise non è un territorio sul quale semplicemente venire a mettere una bandierina. Chi viene eletto, in Parlamento come in Regione o nei Comuni, viene eletto dal popolo per rappresentarlo a prescindere dalle colorazioni politiche che possono combaciare o meno con quelle del governo in carica”.
“Non vi può essere un impegno di rappresentanza legato a dinamiche diverse da quelle di lavorare con le varie istituzioni sempre e solo per il bene comune – ha concluso Gravina – Se poi vi sono esponenti politici nel centrodestra regionale che avvallano un’idea di subalternità verso qualche loro esponente in Parlamento, questa è tutta una questione di rapporti di forza interni a quello schieramento, ma non la si faccia passare come linea di demarcazione tra ciò che il Molise potrà ottenere o meno.”
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