L’ex capo del Ris di Parma perito di parte. Il 38enne Gianni De Vivo è accusato di aver ucciso la notte tra il 24 e il 25 dicembre 2021 Cristian Micatrotta, con una coltellata alla gola, per una questione di droga
CAMPOBASSO. Omicidio di Natale, è la volta dei superconsulenti. Il generale Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, sentito oggi al Tribunale di Campobasso per il processo a carico di Gianni De Vivo, il 38enne di Campobasso accusato di aver ucciso la notte tra il 24 e il 25 dicembre 2021 Cristian Micatrotta, con una coltellata alla gola. Delitto avvenuto al culmine di una lite, per una questione di droga.
Perito di parte nominato dall’avvocato di Gianni De Vivo, Mariano Prencipe, Garofano è noto per essersi occupato di alcuni dei più efferati fatti di cronaca, dall’omicidio di Cogne e di Garlasco, alla strage di Erba, ai delitti commessi dal serial killer Donato Bilancia.
Nell’udienza in Corte d’Assise a Campobasso, dedicata ai testimoni della difesa, oggi è toccato a lui fornire la sua lettura della scena del delitto che si è presentata in via Vico a investigatori e soccorritori. E quella che si sta delineando nel corso del processo, che vede De Vivo imputato di omicidio volontario.
“E’ la scena tipica di un incontro concitato e quindi contraddistinto dalla variabilità delle azioni, dei movimenti e dei comportamenti – le parole del generale Garofano – Per questo mi sembra difficile trovare elementi tecnici e obiettivi per dare una ricostruzione che consenta di capire effettivamente che cosa è successo”.
Per il generale Garofano la tesi della difesa, ovvero che De Vivo si sia difeso da un’aggressione, è compatibile con diversi elementi emersi. “De Vivo – le parole che Garofano ha pronunciato davanti al Tribunale – ha mostrato lesioni che erano proprio tipiche di una colluttazione, avuta contestualmente con il ferimento mortale di Micatrotta. E questo sarà motivo di discussione alla conclusione del processo”.
Ascoltata anche la testimonianza di un altro consulente, il medico legale Maurizio Saliva, che ha esaminato gli atti dell’autopsia e le rilevanze della ferita riportata da uno dei due uomini che era con Micatrotta il giorno di Natale, “lesioni importanti dal punto di vista della discussione processuale”.