È morta per un colpo fatale che non le avrebbe lasciato scampo neppure se i soccorsi fossero stati più tempestivi
SAN BENEDETTO DEI MARSI. Amarena non era in atteggiamento aggressivo e quindi non avrebbe potuto nuocere a nessuno. Come riporta Il Centro, emergono le prime indiscrezioni in merito alla perizia disposta dalla Procura di Avezzano a seguito dell’uccisione dell’orsa simbolo del Pnalm, avvenuta nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre a San Benedetto dei Marsi.
A sparare è stato Andrea Leombruni, 56 anni, allevatore del posto, indagato per uccisione di animale “per crudeltà o senza necessità”.
Fino a questo momento l’uomo ha più volte ribadito di aver sparato per paura, dopo aver sorpreso l’orsa nel pollaio della propria abitazione.
Amarena è morta poco distante, a causa di una emorragia al polmone. Un colpo fatale che in alcun modo avrebbe potuto lasciare scampo, neppure se i soccorsi fossero stati maggiormente tempestivi. Questo un altro elemento emerso dalla necroscopia. I veterinari del dipartimento di medicina veterinaria dell’Università degli studi di Teramo che hanno eseguito una radiografia sulla carcassa del plantigrado hanno stabilimento che la morte è arrivata per dissanguamento.