Il 2 novembre il concerto all’auditorium di Isernia
ISERNIA. In arrivo un altro grando evento in Molise promosso da Pslive Group. Lunedì prossimo, 25 settembre, alle 15 sarà ufficialmente aperta sulla piattaforma ciaotickets.com la prevendita dei biglietti per il concerto di Vinicio Capossela in programma il prossimo 2 novembre (ore 21) all’auditorium di Isernia. Dopo la serie estiva di Concerti Urgenti “a soggetto”,Vinicio Caposselaporta orale sue ‘Tredici canzoni urgenti in teatro’. Il tour si intitola ‘Con i tasti che ci abbiamo’ – come la canzone che chiude il nuovo album – e debutterà l’8 ottobre per proseguire poi fino a fine anno.
Così il cantautore presenta il tour che sta per partire e che farà tappa anche in Molise: “I tasti del pianoforte, smontati, sembrano spazzolini da denti per elefanti, o metri di legno da muratore. Privati del loro compito, e del complesso dello strumento per il quale sono costruiti, diventano lunghe dita inarticolate, smaltate in punta, a volte di bianco a volte di nero. Schegge di qualcosa che si è rotto, di un mondo fatto a pezzi come da un congegno che ti è esploso tra le mani. Con i tasti che ci abbiamo, ci siamo fatti infilzare senza che nessuna beatitudine ne sia venuta. Ma sono venute tredici canzoni, fastidiose e urgenti. Sono canzoni che non si sottraggono al tempo e che parlano da sé: affrontano i temi del pericolo e della grazia, che viviamo in dimensione collettiva, messi sul piatto e serviti con tasti rotti come posate. Pezzi di legno e smalto che a volte feriscono a volte carezzano, a volte grattano la schiena. Possono essere schegge, coltelli o amuleti, ma è comunque tutto quello che abbiamo per affrontare i mostri fuori e dentro di noi. Affrontarli insieme è meglio che affrontarli da soli”.
“Con i tasti che ci abbiamo suoneremo e parleremo e canteremo nel riparo dei teatri in autunno. Il cuore urgente (per citare il telegrafista di Jannacci) non ha bisogno di maschere, scenografie e infingimenti, è un cuore messo a nudo, una radiografia a torace aperto. Soltanto riconoscendo la nostra finitezza possiamo costruire sui nostri limiti delle possibilità. Ed è quello che cercheremo di fare il prossimo autunno nei teatri, declinando il concetto dell’urgenza nell’essenzialità della musica, con una formazione di musicisti e musiciste aperta ad accogliere, di città in città, l’ospite e con un repertorio a scaletta libera incentrato sul perno di queste tredici canzoni, in una specie di mensa all you can eat a cui mangeremo tutti. Impeggiamo per immegliarci e tutto sarà stato un regalo.”