L'intervento della consigliera Fanelli
L'intervento della consigliera Fanelli

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, il disegno di legge in cui sono previste specifiche misure in favore delle imprese che promuovono il lavoro agile


CAMPOBASSO. “Tra molte ombre e poche luci finalmentre il Governo si muove” Così la consigliera regionale del Pd Micaela Fanelli in merito allo smart working nelle aree interne.

“Finalmente – afferma – dopo tante battaglie e dopo la presentazione in Consiglio regionale del Molise della mia proposta di legge per ‘Misure di sostegno e incentivi alle imprese che attivano il lavoro agile o smart working’ e aver perorato la battaglia a tutti i livelli (anche con diverse iniziative legislative su iniziativa di parlamentari del PD) qualcosa sembra muoversi anche a livello centrale. Anche se restano tante, troppe ombre su una visione complessiva e strutturale delle aree interne e montane, che continua ad essere assente nelle previsioni governative”

Nel Consiglio dei Ministri dello scorso 23 ottobre, infatti, è stato approvato, in via preliminare, il disegno di legge ‘Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane’, in cui sono previste specifiche misure in favore delle imprese che promuovono il lavoro agile quale modalità ordinaria di esecuzione dell’attività, nei Comuni di montagna.

“Più nello specifico, al fine di ripopolare i comuni montani, vengono annunciate agevolazioni fiscali per le aziende che promuovono lo smart working – spiega Fanelli – quale modalità ordinaria di esecuzione della prestazione lavorativa. Il disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, prevede il lavoro agile esentasse nei comuni montani. Al fine di ripopolare gli enti locali di Montagna – 4176 comuni italiani sul 7904 pari al 49% del territorio nazionale – viene previsto per le aziende che promuovono lo smart working l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per ciascun dipendente con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o a tempo determinato, di durata non inferiore a 12 mesi, che svolge stabilmente la prestazione lavorativa in modalità agile in un in comune montano, stabilendovi la propria abitazione principale e il proprio domicilio stabile. Lo sgravio contributivo sarà totale per i primi due esercizi, per gli esercizi successivi, invece, l’esonero sarà limitato per il terzo del quarto esercizio al 50% e, per il quinto, al 20%.

Questa la sola ‘piccola luce’ del testo Calderoli, che riprende quello già presentato dalla Gelmini e  non aggiunge risorse ulteriori ai 200 milioni di euro già previsti per il Fondo nazionale per la Montagna (di cui 100 vengono utilizzati per le coperture economiche del Ddl discusso in Consiglio dei Ministri). Per ora, quindi, solo un ‘taglio’ di 100 mln per i comuni montani.

A questo ‘taglio’ se ne somma un altro. Nella manovra 2024 per gli enti locali arriva dalla lettura dell’attuale art. 90 (Misure in materia di revisione della spesa) il ritorno in campo della spending review a partire dal 2024 e fino al 2028, con tagli previsti a 350 milioni annui per le Regioni, 200 milioni annui per i Comuni e 50 milioni annui per Province e Città Metropolitane.

La manovra 2024, inoltre, recepisce le indicazioni contenute nella Sentenza della Corte Costituzionale n. 71/2023 rimodulando il Fondo di solidarietà comunale e prevedendo l’istituzione di un nuovo Fondo Speciale Equità Livello dei Servizi. A partire dall’anno 2025 verranno scorporate dal Fondo di solidarietà le quote relative allo sviluppo dei servizi sociali, all’incremento dei posti negli Asili nido e al potenziamento del trasporto per gli alunni disabili per essere destinate al finanziamento del nuovo Fondo Speciale.

Fondo di solidarietà comunale sul quale, come si ricorderà, insieme a 70 comuni molisani e campani nel 2019 proponemmo ricorso al Tar, inducendo il Governo a rivedere i parametri di assegnazione delle risorse che fino ad allora, sul criterio della cosiddetta spesa storica, avevano penalizzato proprio gli enti locali finanziariamente più deboli – evidenzia infine Fanelli – In primis quelli molisani, che se oggi vedono aumentati i fondi FSC lo devono proprio a quel ricorso.

La proposta inserita nel ddl è d’altronde frutto della visione che abbiamo condiviso col centro Aria dell’Università del Molise, da ultimo la scorsa settimana con due giorni di lavoro intenso e di discussione di elaborati provenienti da tutta Italia”.