Milan, Udinese, Inter e Juventus protagoniste: ottimo passo in avanti anche per Napoli e Roma


di Matteo Mongiello

ROMA. Serie A, i Top e i Flop dell’undicesima giornata. La terza partita consecutiva senza vittoria del Milan, sconfitto dall’Udinese, porta a una mini fuga Inter e Juventus, capaci di battere in trasferta rispettivamente Atalanta e Fiorentina; ottimo passo in avanti per Napoli e Roma mentre, nelle retrovie, la seconda vittoria consecutiva del Cagliari garantisce alla squadra di Ranieri almeno una settimana fuori dalla zona retrocessione.

TOP

EUROBOLOGNA. La striscia di risultati utili consecutivi più longeva di questa serie A non appartiene incredibilmente alle big che ci hanno abituato a battagliare per i campionati, ma bensì arriva dall’Emilia Romagna, più precisamente da Bologna, dove i rossoblu di Thiago Motta, dopo aver fallito l’esordio stagionale con il Milan uscendo sconfitti per tre reti a zero, non hanno più avuto a che fare con il termine sconfitta, arrivando, con la vittoria nell’anticipo con la Lazio, a dieci risultati utili di fila.

In una stagione nata sotto l’ombra di dubbi legati all’assenza di un rimpiazzo di Arnautovic, accasatosi all’Inter, l’evoluzione di Joshua Zirkzee ha permesso di scacciare tutte le critiche al mercato del direttore Sartori, bravissimo nell’aumentare la responsabilità sulle spalle dell’olandese garantendoli il posto da titolare, e il classe 2001 non ha tradito la fiducia e a suon di gol,assist- l’ultimo proprio per la rete decisiva di Ferguson alla Lazio- e sacrificio in fase difensiva, sta permettendo al Bologna di mantenere aperta una ‘finestra con vista Europa’.

AI PIEDI DI HAKAN. Interpretate questo paragrafo come meglio preferite, sia come un elogio alla qualità immensa del turco, sia come senso figurativo per rappresentare come tutto il popolo nerazzurro si trovi al cospetto di colui che è al momento, con tutte le probabilità, il centrocampista più dominante di tutto il campionato. In entrambi i casi, il ‘succo del discorso’ finisce per essere sempre lo stesso: l’anima dell’Inter è Hakan Calhanoglu.

I pochi mesi della scorsa stagione, quando l’ex Milan è stato costretto ad abbassarsi da mediano per ovviare all’assenza di Brozovic, risultavano essere insufficienti per poter garantire a tutti i tifosi che quello fosse il ruolo perfetto per lui ed invece la partenza direzione Arabia del croato ha permesso a Calhanoglu di plasmarsi alla perfezione in questa nuova realtà, riuscendo a sacrificare qualche inserimento alla quale ci ha sempre abituato, ma aggiungendo nel suo ‘bagaglio’ calcistico la capacità di interditore, coadiuvandola con una vista a 360 gradi, che portano l’Inter ad essere la squadra più pericolosa offensivamente di tutta la Serie A.

IL MOMENTO D’ORO DI JACK. ‘Il problema di Raspadori? Osimhen e il 4-3-3’ mai nessuna frase può spiegare meglio di questa le difficoltà di adattamento che il numero 81 ha vissuto nella prima stagione a Napoli, terminata con solo due reti e due assist in venticinque presenze – la maggior parte però da subentrato- ed allora super Jack, costretto a ‘dividersi’ il ruolo di sostituto del capocannoniere della scorsa stagione con Simeone, ha capito che il momento migliore per sprintare e conquistare la ‘pole position’ è arrivato insieme all’infortunio del Nigeriano.

Per l’ex Sassuolo sono tre le reti in altrettanti match, partendo con quella pesantissima nella notte di Champions a Berlino che ha permesso agli azzurri di fare un enorme passo verso la qualificazione, passando dal primo gol su calcio di punizione della Serie A per riacciuffare il Milan e concludendo con il destro che ha aperto le danze nel derby campano vinto 2-0, tutte realizzazioni che fanno così di Raspadori il dodicesimo titolare nella squadra di Rudi Garcia.

FLOP

VICINI AL CAPOLINEA. Semplice provocazione o dato di fatto? Certamente la situazione a Casa Milan non è delle più rosee e tranquille e, come per ogni caso che si rispetti, sul banco degli imputati finisce l’allenatore, anche se coincide con la figura del traghettatore del diciannovesimo scudetto dei rossoneri al quale tutto il mondo Milan non può che essere grato ma che, oramai, sembra aver perso la bussola dello spogliatoio.

‘Non ho mai visto un gruppo così solido neanche nell’annata del titolo ‘ ha raccontato Stefano Pioli prima della sconfitta con l’Udinese, ma gli screzi con Calabria dopo la sonora sconfitta al Parco dei Principi e soprattutto con Leao e Giroud, in disaccordo con le sostituzioni effettuate a Napoli, uniti alla mancanza da di vittorie da un mese, sono il segnale che tra la rosa e il mister la favolosa armonia sia definitivamente scemata e che le voci di una possibile rivoluzione- che vede anche Ibrahimovic parte integrante della società- non siano così del tutto infondate e senza criterio.

UNA BRUSCA FRENATA. Poteva certamente sembrare più un bel sogno che una solida realtà il Lecce di Roberto D’Aversa, nettamente la miglior sorpresa dell’inizio stagione insieme al Frosinone, ma che venisse fuori il rovescio della medaglia in una maniera così notevole era altrettanto inaspettato ed invece dal 22 settembre i salentini hanno conquistato solamente due dei diciotto punti a disposizione, venendo addirittura eliminati anche in Coppa Italia dal Parma.

La luce in fondo al tunnel sembra averla ritrovata all’Olimpico quando una rete di Almqvist stava per regalare ai pugliesi i tre punti ma il blackout avuto nei minuti di recupero ha permesso prima ad Azmoun di pareggiare e addirittura nel finale a Romelu Lukaku – che ha fallito anche un calcio di rigore a inizio partita facendosi ipnotizzare da Falcone-di ribaltarla, mantenendo il Lecce nel vortice buio dal quale non sembra riesca a venirne fuori.